Il signor Alfonso de Patelmante, un benestante signore d’origine meridionale,
cattolico devoto, colto e prudente, ma aperto alla modernità,
farmacista, liberale, anche d’animo, per tradizione familiare e scelta personale,
elettore di Tremonti e ammiratore di Gianni Letta,
elettore di Tremonti e ammiratore di Gianni Letta,
nel lasciare la sua Calabria per trasferirsi a Roma,
con la sua moglie e i suoi tre figli,
personalmente telefona a una prestigiosa Agenzia Immobiliare
per affittare un importante appartamento nella zona Parioli.
Il colloquio con l’agente immobiliare è facile, chiaro, ampio,
sino a diventare franco e cordiale.
I due s’intendono subito e chiudono sul prezzo.
E’ ormai fatta per la firma del contratto.
E l’agente, contento per la rapidità dell’ottimo accordo,
al suo nuovo e importante cliente, per restituire pari contentezza,
confida, complice, che il proprietario dell’appartamento èèèèèè
una persona giovane e amica del Premier.
La pausa di silenzio al telefono del sig. Alfonso, uomo serio del Sud,
diventa lunga, sino a un lento e attento:
“Oh, grazie per la sua confidenza, ma forse avrei bisogno di un po’ più di tempo
per la firma del Contratto. Ne vorrò parlare con mia moglie. La richiamerò.”
“Non capisco” -ribatte l’Agente- “qualcosa non va?”
“Senta” –confessa sincero il sig. Alfonso, padre di famiglia liberale del Sud-
“ho i miei limiti, è che non vorrei avere niente a che fare con gli amici del Premier!”.
Severo Laleo
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