Letta, l’amico sottosegretario per antonomasia,
abilitato a sbrigar gli affari pubblici di stato;
Alfano, il giovane amico segretario PDL e, ancora, di Berlusconi,
abilitato a obbedire;
Confalonieri, l’amico di una vita,
abilitato a sbrigar gli affari privati d’azienda;
Dell’Utri, l’amico eroe,
abilitato a sbrigar gli affari segreti;
Ferrara, l’amico intelligente e birbante ex,
abilitato a nobilitare le mutande del suo "eroe popolare";
Bossi, amico, si fa per dire, e ministro, davvero, della secessione,
abilitato a imbambolare i suoi e a tener vivo il Governo;
La Vitola, amico naturale, di istinto,
abilitato a sbrigar faccende miste, private e di Stato;
Tarantini, amico degno di carità mensile e dazioni,
abilitato a sbrigar sollazzi eleganti e in distensione.
Alfonso de Patelmante, benestante signore d’origine meridionale,
cattolico devoto, colto e prudente, ma aperto alla modernità,
farmacista, liberale, anche d’animo, per tradizione familiare e scelta personale,
elettore di Tremonti e ammiratore di Letta,
…no, non è più amico di Silvio Berlusconi.
Si sa, si fa per esagerare.
O no?
Severo Laleo
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