lunedì 21 novembre 2011

In pensione a 70 anni, senza calcoli: nel 2047, i giovani, per strada



Dal 2013 l’età di pensionamento aumenterà automaticamente
in connessione all'aumento della vita media attesa,
raggiungendo i 67 anni nel 2021 e i 70 nel 2047.
Questa scelta, dell’innalzamento dell’età della pensione
in relazione semplicemente alla durata media della vita,
a prescindere dalla qualità della salute, e della vita, appare a tutti sensata.
Eppure ha un vizio d’origine: la scelta nasce esclusivamente
in base a un ragionamento di risparmio di spesa, e basta.
E diventa, quindi, una scelta di natura ideologica.
Senza i calcoli dei costi individuali e sociali generali.
E senza sapere se un 70enne a lavoro del 2047
è pari o diverso per acume, per efficienza e per riflessi
a un 70enne in pensione di oggi.
Non ho trovato nel dibattito pubblico altri elementi di valutazione
per i quali la scelta di innalzare l’età di pensionamento
sia da ritenere utile per il singolo e per la collettività,
razionale sul piano dell’organizzazione del lavoro,
efficace sul piano della produttività,
efficiente sul piano della spesa complessiva,
equa sul piano sociale.
E poiché per immaginare non sono necessari studi complessi,
ma solo un po’ di fantasia sociologica,
provo a lanciarmi nell’anno 2047, seguendo nel lavoro
una persona sessantanovenne (anziana, si può dire?),
docente di scuola materna/elementare
(ma l’esempio vale per ogni altro “mestiere”,
dall’elettricista al chirurgo, dall’autista al muratore, e via di seguito).
La nostra persona, docente di scuola materna/elementare, sessantanovenne,
alle sette è sveglia per andare a lavoro, anche se ha avuto la solita nottata
con un paio di felpate passeggiate per le sue stanze di casa,
ora per la pipì, ora per un dolore alla spalla;
è attenta, prima di colazione, a prendere il suo diuretico per l’ipertensione,
e, dopo colazione, la pillola rosa per alleviare i dolori articolari.
Con calma, per non svegliare il dormiente bamboccione,
il tempo a tavola scorre rapido; oddio, bisogna correre (si fa per dire!),
al parcheggio a prender l’auto. Gli occhiali, dove sono gli occhiali.
Mannaggia farò tardi. Mi tocca di nuovo salutarla sulla porta
la  mia cara dirigente. E oggi c’è anche la mamma di Luca, 
per la festa di compleanno.
E vai, non vedi il verde! Al semaforo il botto è forte, ma non grave.
Scende dal furgone un uomo anziano (avrà un settantanni),
per la constatazione amichevole  
(anche il vetraio farà tardi al lavoro stamane).
E intorno d’un tratto si raccoglie rituale una piccola folla,
pronta a curiosare e a dare aiuto. E son tutti bravi giovani, 
ancora in cerca di lavoro.
Per fortuna alla scuola materna/elementare arriverà la “giovane” supplente
di sempre, per la gioia finalmente dei bambini.
O no?
Severo Laleo

1 commento:

  1. un bel panorama per il futuro! help!
    come faremo?vecchi che curano vecchi e giovani sani senza nulla fare, potrebbe anche essere, ma almeno ai giovani venga data la pensione preventiva!!

    RispondiElimina