Il linguaggio "tecnico" dei professori comincia a sfiorare l'aridità,
un'aridità costruita a tavolino con l'aggravante della "serietà" dei calcoli.
Sarà anche un linguaggio “salvifico”, ma è senz’anima.
Per questo i bocconiani (e non solo) sembrano essere lontani
dalla nostra tradizione culturale, di natura essenzialmente "umanistica",
attenta alle ragioni della "persona". E ai suoi diritti.
Al contrario, oggi, a dominare sono i numeri, i decimali,
i punti della precarietà politica da spread, e null'altro.
Le scelte di governo riguardano la "salvezza" di un bilancio,
la "salvezza" dei conti, la "salvezza" di un Paese,
ma nella sua astratta dimensione, al di là della reale “sofferenza” delle persone.
Il controllo delle spese è quasi sempre la riduzione di retribuzione e lavoro
per persone senz’altro reddito e senza risorse di riserva.
Scrive Scalfari: “E’ un'assurdità porre la domanda se Mario Monti
sia di destra o di sinistra. Monti è un riformista e un innovatore”.
Certo, d’accordo, ma conserva della destra la “religione”
per i “conti”, a prescindere dal disagio delle “persone”.
Dal controllo dei numeri di bilancio sembrano dipendere
le sorti del nostro benessere/felicità in futuro,
laddove è il nostro disegno di futuro a “governare” i numeri.
Eppure il pianto soffocato della Fornero sembrava aprire una stagione dell'attenzione alla vita reale e quotidiana delle persone;
evidentemente fu l'emozione di un attimo,
presto dominata dalla necessità di ordinare i numeri in fila.
Ma che governo è quel governo che non comprende le esigenze dei governati!
E continua a lasciar fuor di “sacrifici” proprio i responsabili
del disastro economico-finanziario globale e locale!
E’ un governo di professori sì, ma senza un’idea della “cultura del limite”.
Quella cultura cioè di chi sa riconoscere, nella tutela della dignità della persona,
il “limite” da non oltrepassare nelle decisioni di governo.
E la dignità della persona non è tutelata, quando una decisione di governo,
guidata da calcoli maneggiati con l'empatia da casta,
offre ai molti, con redditi scarsi o dignitosi, morsi di sofferenza,
e ai pochi fortunati, a reddito alto e altissimo, solo complici carezze.
O no?
Severo Laleo
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