Il 2 Giugno è la Festa della Repubblica.
Bene.
Il 2 Giugno, alla festa della Repubblica, sfilano le Forze
Armate in Parata.
Bene.
La parata militare, grazie all’art. 11 della nostra
Costituzione, ha il valore
di una dimostrazione pubblica, in grande stile, di
presenza efficiente
e avanzata di una strumentazione di Difesa della nostra Patria.
Bene.
Il Presidente della Repubblica, dati i tempi di crisi economica
gravissima,
con il suo seguito di vittime, di suicidi e di disperati,
valutata la tragedia del terremoto in Emilia,
decide di celebrare il 2 Giugno “sobriamente in memoria delle
vittime
del terremoto” ... “perché la Repubblica deve confermare la sua forza
e la sua serenità … per sottolineare che saprà vincere le grandi sfide
che ha di fronte”. E aggiunge: “Sono profondamente convinto della volontà
di
un rinnovato spirito di solidarietà nazionale. Il 2 giugno verrà dedicato,
oltre alle
vittime del 2 giugno, proprio alla rinnovata Solidarietà nazionale».
Bene.
Eppure vorrei provare a coniugare il tutto con un’altra
visione.
Il 2 Giugno è giorno di Festa della Repubblica?
Bene. Si vada in Emilia, con o senza Forze Armate, alla
presenza di Napolitano,
a organizzare incontri di “convivialità”, per stare
insieme, a fermare la paura
e a riacchiappare la
vita.
Il 2 Giugno è giorno di dimostrazione della potenza di Difesa della Patria?
Bene. Si vada in Emilia, alla presenza di Monti, a "difendere" le persone
e il territorio, nostra reale Patria, con la potenza degli impegni/progetti
di
prevenzione per il futuro.
Napolitano vuole un 2 Giugno “sobrio, in memoria delle vittime”?
Bene. Si vada, con le autorità tutte, a onorare in Emilia la
memoria delle vittime,
del terremoto e del lavoro: la "sobrietà", questa volta, ha anche un suo luogo.
Napolitano vuole “vincere le grandi sfide … in solidarietà nazionale”?
Bene. Oggi la "Solidarietà"
è la forza di attingere, per vincere la grande sfida,
risorse umane ed economiche anche da una parata militare
senza più senso.
O no?
Severo Laleo
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