Il Presidente della Repubblica Napolitano,
nel suo discorso ultimo
dell’ultimo dell’anno, ha voluto richiamare
i partiti,
pur nel duro confronto della prossima competizione
elettorale
e nell’asprezza delle polemiche, al “senso
del limite e della misura”.
E ha esplicitato il senso del suo sincero e
ricorrente monito
con una citazione di Benedetto Croce, quasi
a conclusione
del suo discorso. Ecco il brano: “Le
elezioni parlamentari
sono per eccellenza il momento della
politica.
Un grande intellettuale e studioso italiano
del Novecento,
Benedetto Croce, disse, all'indomani della
caduta del fascismo:
<<Senza
politica, nessun proposito, per nobile che sia, giunge
alla
sua pratica attuazione>>.
E ancor prima aveva scritto,
guardando all'ormai vicina rinascita della
democrazia:
<<i partiti politici in avvenire si
combatteranno a viso scoperto
e lealmente...e nel bene dell'Italia
troveranno di volta in volta il limite
oltre il quale non deve spingersi la loro discordia>>”.
Perfettamente d’accordo, specie per chi parteggia, ed è il caso
oltre il quale non deve spingersi la loro discordia>>”.
Perfettamente d’accordo, specie per chi parteggia, ed è il caso
di questo blog, per la cultura del limite.
Eppure se il limite, oltre il quale non è
lecito andare,
non solo è il bene (astratto) dell’Italia,
ma anche il bene (concreto e reale) della
singola persona,
forse la politica, da “contesa per il potere...senza
qualità morale”,
finalmente tornerà al suo moderno destino di
alto servizio
(di qui il “salire in politica”?) nell’interesse
del bene comune
per ogni persona, nessuna esclusa, a partire dalla riduzione delle differenze
di tipo economico, sociale e culturale, tra serie A e serie B.
O no?
Severo Laleo
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