Le
parole, specie se negativamente connotate, sono usate, in politica,
anche
da chi ha nobiltà professorale, non per spiegare concetti,
ma soprattutto
per colpire, e quasi ferire. Oggi è il turno del prof. Monti
a
lanciare, da “Radio Anch’io”, a Fassina e Vendola,
l’accusa
di “conservatori” e per di più di “sinistra”, con l’aggravante,
per
fortuna, dei “nobili motivi” e della “buona fede”
Scandisce
al microfono il nostro Presidente del Consiglio:
«Vendola e
Fassina vogliono conservare per nobili motivi ed in buona fede
un mondo del
lavoro cristallizzato, iperprotetto rispetto ad altri paesi.
Io sono per
avere in Europa una tutela ancora più avanzata dei lavoratori,
ma con
condizioni che favoriscano la creazione di posti di lavoro».
E più avanti, per ribadire le sue sentenze: «Il polo di destra e di sinistra
sono distinzioni
che hanno avuto un significato in passato,
ma oggi ne hanno
molto meno. La distinzione è fra chi vuole cambiare il Paese
rendendolo
moderno e competitivo lavorando in stretta sinergia con l'Europa
e chi, come a
sinistra Vendola e Fassina e a destra alcune posizioni del Pdl,
si oppone a
questo cambiamento».
Fassina e
Vendola, e in quei nomi tante altre persone in grandi difficoltà,
sono sistemati per sempre. Sono conservatori, di sinistra, e, quindi,
contrari a ogni
cambiamento. E si sa, oggi, la parola
cambiamento, neutra
per sua natura, diventa il connotato fondamentale di modernità e competizione.
Ora so perché
sono conservatore di sinistra, contrario a modernità
e competizione. Perché, forse con Fassina e Vendola, sono:
contro il lavoro
precario e i licenziamenti alla Fornero,
e a favore del
posto fisso e del reddito di cittadinanza;
contro la
schiavizzazione nel lavoro delle giovani generazioni
e a favore della
dignità della persona al grande banco del lavoro;
contro un
sistema fiscale a colabrodo, complice di ricchi-sempre-al-potere,
e a favore di
una nuova, questa sì moderna, progressività del fisco;
contro il nuovo
modo di “vedere la donna” nel mondo
del lavoro,
e a favore di
una democrazia, piena, ampia e diffusa, di genere;
contro la nuova
versione montiana dell’ “uomo solo al
comando”,
a favore di una
democrazia del conflitto, nel rispetto di regole e persone,
perché a nessun
Governo sia consentito andare oltre nel colpire
la dignità della
persona, incrementando disagi e disuguaglianze.
Forse se Presidente
Monti provasse a governare per nobili motivi
in buona fede, potrebbe andar lontano con i conservatori di sinistra.
O no?
Severo Laleo
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