Se Vendola
avesse proposto per SEL
non solo le sue utili e brillanti narrazioni,
con il conseguente, grave a sinistra,
affievolimento del dibattito comune, e con il vistoso incremento di variegate spinte,
non solo soggettive, a percorrere sentieri
altri;
se Vendola
avesse proposto per SEL
non solo il suo nome simbolo, con il
conseguente consenso,
grave almeno per SEL, alla diffusione dell’idea dell’insostituibilità
del “capo”,
inopportuna e sbagliata;
se Vendola
avesse proposto per SEL
una vera e propria segreteria politica, magari
bina, ossia gemina, ossia doppia,
cioè costituita da un uomo e una donna, a
tempo pieno, efficiente
e, soprattutto, appassionata di democrazia,
oggi la campagna elettorale
del Partito avrebbe nel suo ideale paniere punti
chiari, comprensibili,
condivisi, irrinunciabili di programma, i "famosi" punti
di SEL.
Ma qual è (stato) il contributo originale, vincolante/imprescindibile di SEL
al programma di governo della coalizione di
centrosinistra? Non è dato sapere.
Anzi, peggio, è possibile sapere/verificare,
perché, per capire, basta un semplice
confronto tra la Carta di Intenti del PD, "Italia Bene Comune",
e la Carta
di Intenti della Coalizione, "L’Italia Giusta".
Forse la segreteria di un partito della “nuova”
sinistra, questa è SEL,
avrebbe il compito obbligato, sulla scia certamente
delle opzioni politiche
del suo Manifesto, di: 1. estendere, proprio colmando con la partecipazione
viva
delle persone quel “vuoto di
democrazia” del ventennio berlusconiano,
la pratica della democrazia, prima
al suo interno, con nuovi metodi
di discussione/decisione, ad ogni livello di partecipazione, delle
proposte
di politica generale, magari con nuove regole di trasparenza/selezione
di dirigenti,
e successivamente, soprattutto con la vittoria elettorale, estendere
la pratica della democrazia all'esterno, alla società tutta;
2. di progettare/realizzare, dopo ampio,
approfondito confronto con il PD,
nell’ambito del profilo comune del
programma, proprie e riconoscibili
proposte di governo, a suggello
dell’alleanza, sulle quali spendere
la passione politica di ogni buon militante
consapevole.
Al contrario SEL si trova, al di là di ogni altra buona ragione, a essere,
ancora una volta, un obbediente, ma non più
unanimemente, comitato elettorale.
O no?
Severo Laleo
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