Oggi si parla tanto della vittoria del “movimento”,
e della sua “rete”,
nella recentissima sfida elettorale; e sembra una vittoria
della democrazia
aperta e trasparente contro il dispotismo dei “partiti” tradizionali,
corrotti e
chiusi nelle proprie gerarchie.
C’è del vero in quest’affermazione. Ma
attenti a non scivolare
nel lago stagnante delle false idee
immobili.
Sia chiaro, la rete è “uno” degli strumenti per l’esercizio aperto
della democrazia; ma, se diventa “lo”
strumento, unico,
per l’esercizio aperto della democrazia, rischia,
sia se la rete è da un “padrone”
diretta e controllata, sia se la rete è senza alcun
controllo, di divorare
la soggettività responsabile delle persone e per questo di diventar violenta.
La democrazia moderna, dopo aver colpevolmente
subito e accarezzato
il “partito carismatico” (ma da noi il
carisma è stato del danaro avvilente),
il “partito del leader” (anche quando il
leader era piccolo, piccolo),
il “partito personale” (spesso all'interno
di uno stesso partito, ad esempio il Pd),
il non-partito “movimento” (stranamente rigido
nelle posizioni del suo “motore”),
ha
ora bisogno non di “abolire” i
partiti, al contrario, ha bisogno di “più partito”,
cioè di un “luogo
reale”, fisico, dove regole nuove e trasparenti rendono possibile
una
relazione “alla pari” tra le persone, dove la
dirigenza sia scelta anche
per “sorteggio”, dove uomini e donne, in
spirito di servizio, siedono
“in pari numero” nei posti di guida,
dove non si elegga a “capo” un “singolo”,
spesso un maschio,
ma una “coppia”, un uomo e una donna (si tratta di passare
dal monocratismo di sempre al bicratismo del futuro), dove il finanziamento
sia,
da una parte, pubblico (la responsabilità,
anche economica, della continuità
democratica è un bene/dovere
del Paese), dall'altra, privato, ma possibile
solo a
iscritte e iscritti.
Se i partiti e i movimenti, in sé, sono senza
regole di democrazia,
trasparenti e controllabili, se non hanno un luogo di condivisione delle
idee,
se non sperimentano, anche dopo aver usato la rete, l’ardire del
comprendersi
guardandosi negli occhi, non potranno mai essere in grado di
estendere
la democrazia e di costruire una “sovranità conviviale”.
Altrimenti è sempre e ancora "partita", e tifo unto di interessi d'egoismo.
O no?
Severo Laleo
Nessun commento:
Posta un commento