Adesso, purtroppo, è chiaro. Anche per chi, con interesse,
ha seguito i lavori. Sin dall’inizio.
L’Albergo a 5 Stelle
di Beppe Grillo è vuoto.
E’senza vita reale. E può essere utile solo a vacanzieri
danarosi,
accorti, appunto, solo alla conta delle Stelle, e a frodare il fisco,
mentre è un miraggio per chi fa fatica ad arrivare a fine
mese.
E’ una struttura, sì, a 5 Stelle, ma solo per le "maestranze".
Lì, infatti, puoi trovare, il padrone, sempre affannato a
controllar tutto,
sbraitando a destra e a manca, senza posa.
Puoi trovare l’amministratore, una specie di ragioniere
capo,
diligente nel calcolare gli importi di tutti gli scontrini.
Puoi trovare l’abile addetto alla comunicazione strategica,
esterno alla ditta, intento
solo ad avvisar la manodopera.
Puoi trovare moderni strilloni, impegnati, è vero, con passione,
a propagandare, senza rivali, le qualità di quell’Albergo a 5 Stelle.
E puoi trovare una schiera di camerieri veloci nel servire.
In pratica è una struttura prigione, con le porte tutte chiuse
e con le inferriate a tutte le finestre, ad ogni piano, senza gioia e senza
amore.
E se ti capita di sentir cori di sghignazzi, scoppi di risate,
e spesso urla di vittoria, sappi, è solo per coprire la solitudine.
Forse nell’Albergo a 5
Stelle manca completamente l’idea
della sovranità conviviale della Politica. Magari in streaming. Sempre.
O no?
Severo Laleo
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