lunedì 16 settembre 2013

Rottamare…asfaltare…e non solo



Il problema non è l’abilità nella comunicazione di Renzi.
Il problema è la perdita del senso del limite,
in questi venti anni di violenza verbale del berlusconismo,
da parte di un popolo vociante, ora anche nel Pd,
disposto ad applaudire le battute vivaci di un “leader
in fieri, e a rinunciare, prostrato dalle delusioni,
al suo dovere di esercitare il controllo sulle parole/simbolo
del discorso politico.

Un popolo, sempre nella sua parte più chiassosa,
pronto a seguire il suo capopopolo teatrante e violento.
E non esercita più la sua critica civile.
Anzi si lascia cullare da sogni parolai di palingenesi.
A destra, o nei suoi pressi, è già successo, con Bossi,
Berlusconi, Di Pietro, Grillo; nel Pd giunge ora “nuovo”.
Con Renzi. E con gli applausi dell’emozione.

Renzi è un inventore di termini nuovi per la nuova politica,
Quando non gioca a pallone e non ha “rigori” da calciare,
lasciando il “campo” già di Berlusconi, inventa, ai fini di lotta interna,  
la “rottamazione”; e, ai fini di lotta elettorale,
l’ “asfaltatura”: “Se andiamo a elezioni, li asfaltiamo”.

Nessuno ha i brividi. Perché siamo ormai dentro un flusso
ininterrotto di aggressività. Così espressioni, anche sbagliate, appaiono gioco, 
per colpire l’immaginazione, per far rumore.
Anzi, a parer di molti, si tratta di termini
di grande efficacia, e, a parere di altri, anche di chiara
rivelazione di un’ambizione violenta. Coperta ora da leggerezza
del dire, ora da sorriso, ora da ironia, ora da sarcasmo,
ora da ostilità, ora da spavalderia, infine da esclusione dal “carro”.
E sempre con un‘ottima ragione tra le mani: la propria.
Anche quando si tratta di riconoscere il “merito” ai “bravi
contro i “fedeli”: “Se vinciamo al congresso, in questo partito andranno 
avanti i bravi e non i fedeli o chi si imbosca. Non si andrà avanti solo 
mostrando una tessera”. Una violenza da imbroglio.

Intanto il Pd applaude, dando forza al potere di un “capo”.
E già sorgono nuovi proseliti dal fiuto guadagnino.
La logica del nemico è finalmente approdata nel Pd,
prima contro le persone del Pd, ora contro gli avversari.
E la sinistra storica del dialogo e il popolarismo cattolico
della pace non si preoccupano, o non s’accorgono,
di accogliere messaggi allettanti, e insieme subdoli, di audacia,
forieri di zuffe senz’anima.
Persino il “leader” Vendola, nonviolento, chiude un occhio,
per un occhiolino.

Eppure il popolo italiano, soprattutto il popolo del referendum
sul bene pubblico acqua, ha ancora una riserva di mitezza.
E forse vuole ancora aspirare a una democrazia a sovranità conviviale
magari per “leader” una coppia, un uomo e una donna,
da nominare per sorteggio. Con gran risparmio di aggressione individuale 
e altrettanta accumulazione di socialità.
Forse di questa mitezza il popolo del referendum si avvarrà.

O no?

Severo Laleo







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