Per la prima
volta pare sia giusto misurare il grado di civiltà
di un paese da
un…sondaggio. I dati della rilevazione condotta
da Ispo per il Corriere della
Sera sono a nostra disposizione
per una serena
valutazione. Il 71% degli intervistati è
contrario
ad amnistia e indulto. Solo il 27% dichiara di essere favorevole.
E il 57% dei lettori del Corriere (moderati e liberali!) si dichiara
soddisfatto (sic!) dopo aver letto
l’articolo.
71% di contrari! Una massa
enorme. Una massa attraverso la quale
è possibile misurare il danno
provocato nelle coscienze di tutti noi
da vent’anni di egoismo di
classe, da vent’anni di danarismo avvilente,
e di miseria per milioni di
persone, da vent’anni di paura per l’invasione
di immigrati, da vent’anni di caste tra loro omologabili
a prescindere dai partiti di
appartenenza, da vent’anni
di maschilismo barzellettaro,
vociante e fesso.
In breve, vent’anni di gioia
allegra per evasori e condonati.
E di sconfitte tremende per i
difensori della legalità.
Per i difensori dei diritti
umani, dappertutto, anche nelle carceri.
Ora, dopo vent’anni di scempio,
Renzi, nel Pd, inseguendo
l’enorme massa, scopre il
valore della legalità, quale valore di sinistra,
ben da utilizzare per stare con
i più e per “vincere” (congresso e elezioni).
Ma la sua logica è pericolosa,
e conferma, in continuità con il ventennio,
la noncurante distrazione, soprattutto di berlusconiani
e bossiani,
e dei molti altri travolti dal ventennio, per il problema delle
carceri.
Tanto chi è toccato dalle carceri? “La feccia umana”, risponde la rabbia
intrattenibile e non informata.
Mentre a guardare le condizioni sociali
della gran parte dei detenuti, il
carcere si trova a rappresentare la sede
simbolo degli esiti della lotta di
classe. Perché se ti capita di andar dentro
e hai i soldi, non ti preoccupare, il
carcere facilmente si aggira.
Qual è il messaggio falso e
pericoloso della nuova retorica?
Eccolo, più o meno: “Poiché la legalità è un valore di
sinistra
bisogna essere contro indulto e amnistia”. Proviamo a ragionare,
solo in punta di logica. Lasciamo per un attimo la politica e le
scelte
della nuova retorica del “vincere”.
Se in nome del valore della legalità
e per difendere la legalità
si contrastano indulto
e amnistia si lascia intendere,ad arte,
che indulto e amnistia siano faccende fuori legalità.
Eppure per una persona di sinistra se esiste una illegalità
è proprio nel continuare a offendere la persona detenuta
con condizioni carcerarie disumane, fuori ogni norma.
E qui lascio la parola al blog di Giuliano Amato:
“In
base ai principi della nostra civiltà e alle norme che in conformità
ad essi
abbiamo adottato nella nostra costituzione e nelle convenzioni
internazionali
dalle quali siamo vincolati, non abbiamo il diritto di mantenere
in vita
carceri che somiglino a quelle di un tempo. E quindi non abbiamo
né il diritto né
il potere di tenerci dentro chicchessia, quali che ne siano le colpe
e
le responsabilità. Il carcere oggi non deve annientare le persone, deve
privarle
della sola libertà personale e spingerle in questo stato di
costrizione
verso la rieducazione, vale a dire, in primo luogo, verso
l’accettazione
della
società (e delle sue regole) nella quale dovranno rientrare.
Ebbene,
le carceri italiane raramente rispondono a questo modello
e sempre più, invece,
accatastano i detenuti in celle sovraffollate, dove nessuno
ha
un proprio spazio, dove manca ogni riservatezza, dove mancano l
a
doccia, la carta igienica e il sapone, dove ciò che viene alimentato
può essere
soltanto o la depressione o la ribellione. Non certo la rieducazione.
Se così è, è vero che siamo tutti dei
fuori legge, e quindi il rimedio
dovrà essere all’altezza di una illegalità
tanto enorme.”
E in nome della legalità il PD di Renzi giustifica “un’illegalità
tanto enorme”.
E Napolitano non c'entra niente.
O no?
Severo Laleo
Severo Laleo
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