Il Parlamento in carica è in gran parte un
Parlamento di nominati.
Molti parlamentari sono stati nominati
direttamente da Berlusconi.
Berlusconi è stato espulso dal Senato per indegnità.
Berlusconi è stato espulso dal Senato per indegnità.
Ma i senatori di Forza Italia e del NCD, scelti/nominati
dall’indegno,
in quanto condannato per frode fiscale,
sono tutti in carica. E decidono le sorti
del Paese.
Ha forse qualche parlamentare sentito il
dovere di dimettersi
per lasciare una distanza chiara tra onestà
e frode?
Il Parlamento in carica è il risultato del Porcellum.
La Corte
Costituzionale ha dichiarato incostituzionale
il Porcellum.
Il Parlamento in carica è quindi il risultato
di una legge elettorale incostituzionale.
Avrebbe il Parlamento solo il “permesso” di gestire emergenze.
In tempi definiti, per tornare presto al
voto e ristabilire
la costituzionalità perduta. Invece vive, e
continuerà a vivere,
per decisione/proposta di Renzi, fino al 2018.
Ha forse qualche parlamentare sentito il
dovere di interpretare
con correttezza il dettato della Consulta
chiedendo di tornare
a votare? Mentre la nostra indignazione
tarda ad ardere?
Renzi,
in “profonda sintonia” con il
condannato per frode fiscale,
intende “cambiare”
(si fa per dire!) la legge elettorale e aprire
una fase Costituente per il Paese. Per
questo ha invitato in campo
a giocare l’indegno. Per le riforme. Le
riforme dell’indegnità (o di Dudù).
Un’assurdità in qualsiasi altro
paese civile, anzi semplicemente normale.
Ha forse qualche parlamentare sentito il
dovere di inorridire
per tanto spregio della più elementare
legalità?
Con l’indegno e con questo Parlamento da Porcellum
si apre la fase Costituente. Tutti
d’accordo, o quasi, senza vergogna.
Ma per quest’opera di “rinnovamento” (si fa per dire!) Letta
è d’intralcio. Senza palesi motivazioni. L’ambizione
senza limiti
–un orgoglio per Renzi-
inventa il nuovo governo di legislatura.
Per il consenso non nobile, ma molto interessato
della casta.
Ha forse qualche parlamentare alzato un
dito per un’obiezione?
Ma, attenzione, l’ambizione senza limiti
genera violenza.
Letta
è la prima vittima. Con l’accordo di un PD,
ignaro e complice.
La seconda vittima è la Costituzione, nelle mani di “abusivi”
per la sua riforma. E altre violenze seguiranno,
se questo
è il metodo. Ha forse qualche parlamentare (Civati?) sottolineato
il rischio
di una perversione nei rapporti tra
persone?
Il Presidente Napolitano insiste nelle “intese”,
larghe e strette,
dando vigore, per una legislatura, a un
Parlamento
senza legittimità costituzionale
elettorale.
E crede sia un suo dovere istituzionale
perpetuare un obbrobrio.
Forse davvero è la fine della Politica.
O no?
Severo Laleo
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