Noi italiani, si sa, abbiamo nel sangue/dna la creatività.
Abbiamo inventato perfino la 'finanza creativa',
sebbene non si siano mai calcolati i meravigliosi esiti
di tanta creatività.
Insomma quanto a creatività siamo diventati
famosi
nel mondo. E invidiati. Forse.
E creativi siamo anche nel dare significato alle parole,
perché abbiamo sempre una
sfumatura nascosta,
una curvatura speciale, da tirar fuori al momento opportuno,
a volte senza far rumore.
Prendiamo la parola 'trasparenza'. Dagli anni ottanta almeno
e' presente nel dibattito politico, quando ancora non era a tutti
chiara la sua portata di cambiamento. Da qualche parte nasce
anche qualche Assessorato alla 'Trasparenza', e una legge,
a livello amministrativo, pur se boicottata, comunque riesce
a definire qualche utilissima norma.
Finalmente ai giorni nostri, grazie anche alle benemerite
degenerazioni della casta, tutti comprendiamo il gran valore
e il significato della 'trasparenza', almeno così pare,
e almeno così si affannano a reclamare/praticare i
nuovi adepti
della nuova rivoluzione.
Per il popolo, s'intende.
Nasce di conseguenza la richiesta/esigenza di mettere tutto online,
soprattutto dati, e nasce anche il tentativo d'apertura a tutti
del discorso politico con la diretta streaming (quest'ultima
abortita
sul nascere, grazie anche al colpo mortale del Patto del Nazareno,
inesorabilmente a-streaming).
Infine un governo di giovani speranze, dalle felici e grandi
ambizioni,
ha scelto la trasparenza quale cifra del nuovo 'verso'
di governare.
Ma qualcosa non ha funzionato per il verso giusto, se nel passaggio
dall'impegno alla pratica il significato di 'trasparenza' ha subìto
una creativa torsione. Perché il problema del significato delle parole
non è affar linguistico,
non appartiene alla declamazione,
ma è questione di cultura. E la cultura è l'interiorizzazione
del significato delle parole fino a produrre coerenza di comportamento.
In assenza di cultura, le parole si possono torcere a
piacere,
ma non incidono nei comportamenti.
Il nostro governo, ad esempio, nel silenzio acquiescente
di tutti i
ministri, dimezzati ormai per rinuncia a dimissioni di dignità,
non ha avuto la minima difficoltà a creare, a
sentir Scapece,
l'amico napoletano, la trasparenza aumm aumm, se all'insaputa
di tutti i
ministri una 'manina' ha inserito in un decreto un 'combinato'
(la parola nel suo richiamar diversi significati in questo caso e' giusta)
ad personam. Sempre la stessa, e in buona compagnia
bella!
Ma noi italiani bisogna esser contenti. Perché alla fine
la trasparenza ha vinto: sappiamo di chi e' la manina!
O no?
Severo Laleo
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