A Parigi, nel centro della civiltà occidentale, e nei luoghi sociali
del comune gioire, è esplosa terribile la violenza
estremista.
Assurda e funesta
per noi, liberatrice e vìndice per altri.
Al solito, contro
persone inermi e senza difesa.
Violenza atroce,
alimentata da odio e Volontà di Eliminazione
del nemico. Violenza
suicida/omicida. Violenza devota.
In Nome di Simboli.
E di Dominio. Sempre di Capi.
Ognuno, di tanta
violenza, potrà rintracciare le cause.
Nella Storia, nella Religione,
nella Geopolitica.
La Storia racconta
di terrore in ogni epoca e luogo.
E parlano tutte le
lingue del mondo gli Ordinatori di Eliminazione.
Le lotte di
Religione grondano il sangue della Supremazia.
Ancora strategie di
morte detta la Geopolitica per il controllo
di luoghi, appetibili incroci di interessi
d’ogni senso.
Si scriveranno
pagine infinite per scoprire le cause
e gli intrecci di
cause, ma un filo rosso segna tutte le Violenze:
l’assenza del
passaggio dalla Natura del Maschio Alfa
alla Cultura della
Persona. E del Limite.
La modalità di
risolvere i conflitti è sempre identica a sé stessa,
dall’Età della
Pietra all’iPhone. Ed è propria dell’essere Maschio,
prepotente, predialogica e
prepolitica: l’assalto, il duello,
la tenzone, la
battaglia, la guerra, la tortura, l’uccisione,
l’eliminazione dell’altro.
Muri, Bombe,
Embarghi potranno riuscire anche a frenare
e bloccare Violenza
e Terrorismo, ma senza il superamento
della modalità del Maschio di risolvere i
conflitti
il processo di civilizzazione
non andrà avanti.
“The international community must take
up the challenge
to combine militarized action with
governance, human rights,
and development — including women’s
empowerment and gender equality.
Drones, airstrikes, and boots on the ground
can halt
the advance of extremist groups, but
these tools cannot defeat radical ideologies
nor build resilient families and
communities. Empowered women are the best
drivers of growth and the best hope
for reconciliation.
They are the best
buffer against
the radicalization of youth and the
repetition of cycles of violence.
Women and girls are the first targets of
attack — the promotion
of their rights must be the first
priority in response”.
Forse le autrici di
questo brano, Phumzile Mlambo-Ngcuka
e Radhika Coomaraswamy, esprimono un’idea
nuova
per andare oltre
il solito destino di guerra.
E possono solo compatire il
grido di continuismo antico del povero Hollande:
”Siamo stati aggrediti, ora saremo spietati”.
O
no?
Severo
Laleo
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