Caro Scapece,
ma quando ci vediamo? Che devo venire a Napoli? O ci si vede a Benevento?
Dai non rimandare oltre, ho da raccontarti tante cose e costringermi
(oddio, è sempre un piacere!) a scriverti, riduce, e tu sei d'accordo,
la qualità alta dell'intesa colloquiale. E poi, non mi avevi promesso
di mettermi al corrente dei tuoi nuovi impegni? E vabbuò! Aspetto.
In questo periodo, credo d'averti già detto, sto cercando
di leggere un po' di cose intorno ai problemi dell'immigrazione,
compatibilmente, ovvio, con la cura dei nipoti: ho questa fortuna!
Dopo il libro di
Raffaele Simone, "
L'ospite e il nemico", ho letto,
uscito qualche mese fa, il "
Manifesto laico contro il multiculturalismo"
che è sì il sottotitolo del libro di
Cinzia Sciuto "
Non c'è fede che tenga",
ma in pratica è il vero titolo.
Si tratta di un lavoro onesto, quasi militante, spesso coinvolgente,
pieno di quella sana voglia di intervenire,
a livello etico-politico e giuridico, sul complesso fenomeno, "
ambivalente",
dell'immigrazione, con l'obiettivo di spingere la sinistra ad abbandonare
il multiculturalismo nella soluzione dei problemi legati ai processi
di integrazione, finalmente superando il vizio, appunto presente
a sinistra, di un malinteso rispetto delle identità
dei gruppi minoritari a scapito della libertà dell'individuo, e dei suoi diritti,
con conseguenze a volte disastrose.
Te lo consiglio, si legge bene, anche per la varietà
della scrittura (dall'analisi storica alla riflessione filosofica,
dal racconto di esperienza personale alla disamina normativa).
La sua tesi è chiarissima (appunto, non c'è fede che tenga): la laicità
(insieme ai diritti dei singoli) è un bene irrinuncibile in una società
a democrazia avanzata e rinunciare ad essa
per accontentare gruppi minoritari (si dice minoritari,
ma il riferimento palese è soprattutto ai gruppi di religione islamica),
concedendo l'inconcedibile, è un grave errore.
Ora, per evitare di concedere l'inconcedibile, lo stato laico si deve assumere
"
la responsabilità di entrare nel merito di quel che accade dentro le comunità
per farsi garante dei diritti dei singoli cittadini". (p.34)
Hai detto niente!, caro Scapece.
E così, da libertaria e laica,
Cinzia Sciuto si trova
a invocare l'intervento del salvifico Stato per l'estensione d'obbligo
della laicità! E come la chiesa ha praticato l'"
evangelizzazione forzata" ,
ora si invoca, per tenere a bada le comunità religiose,
anche una laicizzazione forzata.
Eppure il problema non è tanto o solo la laicità - secondo
Susan Okin-
ma la
persona e i suoi diritti. Gli stati i quali hanno approvato la dichiarazione
universale dei diritti umani non possono consentire né al multiculturalismo
né al comunitarismo la violazione dei diritti della persona.
Questo è molto convincente, Scapece, o no? Il come è importante.
Comunque la contraddizione, se così si può dire, di
Cinzia Sciuto è sopportabile
(anche se per chi bazzica con i personalisti difficile da accogliere),
perché è connotata di una civilissima sincerità d'azione/soluzione.
Per noi, so che sei d'accordo, ogni percorso verso l'autonomia personale
è sempre imprevedibile, complesso, irripetibile e soprattutto non può essere
guidato dall'alto o comunque da terzi; per raggiungere l'autonomia i percorsi
non possono che essere autonomi. E l'autonomia personale è la condizione
fondamentale della laicità anche nel rispetto personale della fede di ognuna/o.
Le parole riguardanti la violenza contro le donne con l'intelligente invito
agli uomini di prendere coscienza che esiste "
un problema di genere"
sono assolutamente condivisibili.
Un'ultima cosa, caro mio. Se ancora sono in molte/i ad avere
la preoccupazione che le donne diventeranno strumento fondamentale
nella battaglia per
islamizzare la società -sul punto si cita
Ruba Salih-,
tu sai quanto io creda il contrario: saranno proprio
le donne, percorrendo la strada personale verso l'autonomia,
e riconoscendosi gruppo oppresso, a modificare/imbrigliare tutti quei progetti
di predominio/egemonia, violenti o no, di stampo maschilista.
La recente manifestazione delle
donne in Algeria pare sia un segno
concreto di liberazione.
Chissà, forse anche la laicità, vedrai, uscirà dalle mani delle
donne
d'Africa e d'Asia.
O no?
Stammi sempre bene e buone cose,
Severo.