Qualcuno tra i
deputati del Pd, anzi il capogruppo alla Camera, Del Rio,
ha proposto, al fine
di raccogliere fondi a favore delle famiglie più bisognose,
un contributo di
solidarietà da versarsi, secondo criteri di progressività,
da parte di chi ha
un reddito annuo superiore a 80.000 euro.
In breve, per un
periodo limitato a due anni, un atto di solidarietà
da parte di chi non ha
bisogno nei confronti di chi ha tanto bisogno.
Proposta semplice,
chiara, onesta, sensata, socialmente utile a rinvigorire
il sentimento
dell’unità di patria. Qui,
con corretta completezza, la notizia.
Apriti cielo.
Per Italia Viva è
“una follia”, proprio così, una follia; per il M5S
“non esiste”,
per Conte “non
se ne parla”. E questa è la maggioranza!
Anche nel Pd i
soliti distinguo, ma almeno in ambito dialogico.
Le opposizioni si
trovano a proprio agio sull'argomento,
dimostrando tutta la
cecità di una visione dogmatica, senza eccezioni.
Prigionieri di un'ideologia fuori misura.
Ascoltiamo qualche
campione della difesa dell’intoccabile reddito alto.
Taiani: “La
patrimoniale [e
non è una patrimoniale: ma, si sa, la parola
fa
paura al popolo italiano!] è
inaccettabile. Ci opporremo con tutte
le
nostre forze [esagerato:
solo per salvare degli spiccioli ai benestanti?]
ad
ogni tentativo di mettere le mani nelle tasche e nei conti degli
italiani.
Il
governo deve dare non togliere ai cittadini. Non c'è bisogno
di
un nuovo sceriffo di Nottingham”.
Testuale!
Salvini,
con l’abituale sua eleganza, grida accorato il suo: “Sono
matti.
Li
fermeremo!” E
già, prima gli italiani, specie se abbienti.
Il
colpo di grazia è assestato da Meloni: “Per noi la
patrimoniale [e dagli!]
è
un furto e lo impediremo con ogni mezzo.” Evviva!
Esiste nel nostro
bel Paese un riflesso condizionato quando si parla di tasse,
se persino una
condizione di emergenza di così dolorosa gravità
non riesce a
spingere la nostra classe politica, tutta, a disegnare strategie
di solidarietà.
Niente. Gli occhi della ragione sono chiusi.
La risposta è
sempre uguale: guai a toccare chi ha di più.
Eppure la società
civile offre un altro spettacolo: volontarie e volontari
disponibili fino
all'ammirazione in attività di solidarietà (danno sé stesse/i);
tante altre persone pronte a rispondere
all'invito di versare un contributo
per la Protezione Civile (ognuna/o dona
secondo il proprio reddito);
infine tante/i donne e uomini (soprattutto donne,
in questa emergenza)
con turni faticosi e pesanti continuano a prestare un’opera
fondamentale
per garantire a tutta la popolazione, con alti e bassi redditi, i beni essenziali,
e
molto spesso con salari penosi.
Ma, si sa, la
società civile, con le riserve del caso, dimostra di essere più
avanti
del ceto politico.
E, al di là del contributo di solidarietà di oggi,
attenderà indignata
una riforma fiscale per una più equa, ben calibrata,
distribuzione della
ricchezza. E, sono convinto, molte tra le persone
con più di 80.000 euro di reddito sarebbero ben disposte a partecipare
a un fondo di solidarietà. Ah, se si potesse lanciare una petizione!
La civiltà di un
paese libero e democratico, rispettoso della dignità
di ogni persona, a
partire dalla tutela del suo benessere fisico, si misura
sulla contribuzione,
ciascuno secondo il proprio reddito, alle spese generali
dell’intero
sistema statale, utile a tutti senza distinzioni di classe.
Per ora forse c’è
da vergognarsi di tanta cocciutaggine di gran parte
dei nostri
rappresentanti in Parlamento nel salvare i redditi alti
(spesso alti,
complice un’evasione fiscale tollerata).
O no?
Severo Laleo
Considerazioni giuste ed eque su cui sono totalmente d'accordo.
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