Leggo questo titolo/sommario su Domani:
Tutti maschi. Nei ministeri il potere decisionale è nelle mani degli uomini.
Il 58,8 per cento della pubblica amministrazione è formato da donne, pari a 3,2 milioni di dipendenti pubblici. Solo il 33,8 per cento però riveste un ruolo apicale. E nei dicasteri, tra i dirigenti e i capi dipartimento, sono una sparuta minoranza.
Tutto vero. E non se ne esce con le denunce, con le raccomandazioni, con l'obbligo di quote.
Sono necessarie riforme istituzionali capaci di trasformare nel profondo, e per sempre, il dualismo uomini/donne.
Fino a quando i "ruoli apicali", i capi, per usare una parola purtroppo acriticamente diffusa alla nostra cultura politica, saranno sempre dei "monocrati", continuerà a prevalere un potere sostanzialmente maschilista, a struttura di dominio, anche se all'apice c'è una donna.
Il monocratismo nelle istituzioni (e non solo) è l'esito storico del potere dominante maschile/patriarcale, non è una condizione "naturale".
Se si vuole combattere il "tutti maschi" bisogna sostituire il monocratismo con il bicratismo.
O no?
Severo Laleo
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