lunedì 3 giugno 2024

Festa della democrazia: sorteggio e bicratismo

 Sempre più spesso le democrazie (anche la nostra democrazia repubblicana) sono una semplice questione di leadership personali.

E molto spesso anche libere elezioni diventano campo di battaglia per orde (non dovrei usare questa parola, ma è d'istinto!) dal comportamento fideistico (penso ai seguaci Maga di Trump, e non solo, se importanti membri del Congresso, per difendere Trump, discreditano le istituzioni!).

E in Europa il voto spesso è diventato un'operazione, da parte di sostanziose minoranze, per "chiudere" la democrazia alle libertà personali.

Forse, anzi senza forse, la democrazia dei partiti e delle visioni "ideali" è definitivamente scomparsa e ha lasciato il posto alla democrazia dei "caratteri", dell'individuazione del "nemico" e dell'insulto divisivo.

Sempre più singoli leader, uomini o donne, credono di poter dirigere le masse secondo le loro volontà, ad libitum. (Per fortuna, tra continue "sguaiataggini" istituzionali, si perdono comunque).

Ma se le Corti Supreme (penso agli Alito negli Usa) dovessero piegarsi a un (loro) capo politico, cadrebbe purtroppo, miseramente, anche l'ultimo baluardo nel sistema dei pesi e contrappesi del sistema democratico. 

Per non dire delle manovre di un gruppo di miliardari di sostenere Trump per travolgere la democrazia (E.Reich, The Guardian).

Se questi possono essere e in parte sono i limiti di una democrazia del "voto", perché non avviare seriamente una riflessione sulla democrazia del "sorteggio?" 

Se la politica è diventata semplice amministrazione (a volte del malaffare), gli scontri tra partiti nel mercato del voto, con tante scie di corruzione, possono anche essere superati/sostituiti con altri "sistemi di scelta", anche perché gli scontri tra partiti sono semplicemente scontri per il potere e per il suo più duraturo possibile mantenimento.

Con il "sorteggio" i parlamenti saranno liberi da ogni condizionamento di "parte" e potranno finalmente essere formati da uomini e donne in pari numero, nel rispetto reale della parità. A questi parlamenti sarà affidato il compito di scegliere il governo possibile e magari scegliendo non un "capo del governo", ma un "governo duale", un uomo e una donna, per consentire visioni più larghe nelle decisioni. E sostituire così finalmente il monocratismo, esito storico diretto del maschilismo/patriarcato, con il "bicratismo", appunto la guida duale di un uomo e una donna al vertice.

O no?

Severo Laleo


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