domenica 8 giugno 2025

Democrazia, riforme istituzionali, referendum

 Brevissima riflessione sul futuro della democrazia, oggi, nel giorno della tornata referendaria. La democrazia, così come la conosciamo oggi, è fondamentalmente costruita/definita, dappertutto, su/da una serie di diversi sistemi elettorali a partecipazione popolare. E dappertutto è evidente una crisi di partecipazione. Specie negli ultimi decenni abbiamo assistito a un depauperamento continuo, anche sul piano culturale, della partecipazione democratica. 

Sempre più persone, disgustate dai comportamenti delle classi dirigenti, in Italia spesso davvero deprimenti e insopportabili, non partecipano al voto. Al rito elettorale partecipano in grandissima parte i militanti e gli amici degli amici. E con l'arte, in aggiunta, dell'indirizzamento e controllo del voto tramite le nuove tecnologie, abbiamo visto salire ai posti di governo personaggi di scarsa preparazione culturale, etica e politica, per non dire peggio, dimostrandosi, in questo, bravissima la destra populista. Un esempio per tutti: Trump negli Stati Uniti. Si è oltre ogni limite, dal linguaggio insultante alle decisioni irrispettose della dignità umana. 

Forse è il caso, soprattutto da parte delle forze politiche ancora sinceramente civili e democratiche, di riflettere su nuovi sistemi elettorali tali da combinare insieme sistemi a sorteggio con sistemi elettorali a voto, tali da portare nelle sedi/assemblee istituzionali di dibattito politico la parità assoluta uomini/donne (la cultura maschilista è ancora un peso troppo dominante); infine sì può riformare, conseguentemente, l'attuale sistema di potere di governo ancora di tipo monocratico, l'uomo solo al comando (dappertutto, essenzialmente), in un sistema di governo di tipo duale, non più un "capo", ma una coppia, un uomo e una donna (bicratismo) a esprimere la direzione.

Eppure, nella crisi generale delle democrazie, la partecipazione al voto attraverso i referendum costituisce ancora l'unica possibilità di farsi ascoltare direttamente senza provare alcun disgusto. Se esiste ancora un significato per la democrazia è grazie al voto referendario: ogni persona può esprimere il suo Sì o il suo No su normative importanti che riguardano in genere la vita della società intera. Quando i partiti suggeriscono l'astensione solo strumentalmente e solo per sminuire l'esercizio di una libera scelta, feriscono intenzionalmente la democrazia, soprattutto ferendo un aspetto vivificante della nostra "civiltà delle relazioni". Spero si realizzi, anche attraverso questo referendum, uno scatto di dignità politica da parte di ogni persona libera. Il voto referendario resta ancora l'isola di salvezza della partecipazione democratica.

E può aprire speranze a possibili cambiamenti, nel cammino verso la civilizzazione dell'umanità. 

O no?

Severo Laleo

PS. Vado a votare.

Nessun commento:

Posta un commento