L’altro giorno, alla Camera, 315 deputati, coperti e allineati,
seguendo il suggerimento del Popolo della Libertà
(di dire con struggenti argomenti la fandonia del millennio),
hanno votato e sottoscritto, senza fiatare, la seguente dichiarazione:
“Silvio Berlusconi ha telefonato alla Questura di Milano,
nell’esercizio delle sue funzioni,
e ha chiesto la liberazione della minorenne marocchina Karima,
arrestata di notte per furto,
e il suo affidamento temporaneo a una giovane consigliera regionale,
sempre, naturalmente, del Popolo della Libertà (in questo caso, libertà veramente!),
sollecita, quest’ultima, a consegnare l’arrestata nella mani di un’etera brasiliana,
e tutto questo solo per evitare un incidente diplomatico,
perché la marocchina Karima è nipote del Presidente egiziano Mubarack”.
Proprio così, più o meno.
Con quale logica hanno sottoscritto questa inenarrabile dichiarazione?
La logica del posto fisso. Comprensibilissima.
Chi mai potrebbe accettare per sé il rischio della precarietà?
Hanno votato compatti, disciplinati dalla bugia magica,
per trasformare il loro posto a tempo determinato
in posto fisso, con diritto a pensione. Per sé e per gli altri deputati.
Ora, un minimo di proprietà transitiva di giustizia vorrebbe che tutti i precari di Italia,
seguendo il suggerimento del datore di lavoro del Popolo della Libertà,
dichiarassero che Ruby è la nipote di Mubarak,
per vedere il loro posto precario trasformarsi in posto fisso.
O no?
P.S. Una volta si era soliti dire “vedi, l’asino vola!”;
oggi si potrà dire “vedi, è la nipote di Mubarak!”
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