martedì 28 febbraio 2012

2. Bossi, Belsito, Berlusconi, Ferrara … la Politica è altrove: oltre le novelle!



Riporto dal Corriere la seguente dichiarazione (si fa per dire!)
del Capo della Lega della “Padania”, Umberto Bossi:
«I giudici non sono ciechi e sordi, vivono anche loro il momento politico.
Berlusconi è stato abile, pensavo che fosse condannato,
invece i suoi voti sono determinanti per il governo.
Magari non aveva commesso niente, come sosteneva lui,
però vista da fuori è una brutta impressione».
In breve, sarà anche una brutta impressione, ma Berlusconi,
grazie a giudici “vedenti e udenti”, ammicca il Bossi, se l’è cavata.
E “cavarsela – aggiunge, non pago, Ferrara Giuliano- vuol dire tante cose.
Vuol dire essere furbi, ricchi, sfrontati … e vincere i processi
in un modo o nell’altro … Cavarsela, come nelle novelle del Boccaccio
e nel romanzo di Cervantes, vuol dire mettere l’ironia,
il chiasso del carattere, una sottile forma di saggia follia,
al posto della cupa malinconia di un regime istituzionale vizioso,
ma senza scampo.” Non se ne può più!
I politici italiani illiberali, soprattutto i “nuovi” illiberali politici,
insieme ai  nuovi estrosi profeti della libera servitù,
non riescono proprio a capire la neutralità dell’agire professionale
e non sanno cogliere la “grazia”, non cupa, non malinconica,
ma positiva, e benigna,  e sorridente, e libera, e competente,
senza chiasso e senza follia, semplicemente pulita,
dell’agire istituzionale dei nostri Giudici.
I  “nuovi” illiberali politici alla Bossi, alla Berlusconi,
non sopportano la scelta di “servizio” degli uomini di Stato,
a nessun livello: perfino i medici, se complici, tendono a imbrattare
con i loro colori a tinte forti e a note alte.
E per Berlusconi le “scuole superiori” sono “poteri forti” in mano alla sinistra!
Abituati a dare e a avere, abili nel saccheggio, e nel raggiro
(innalzare al cielo limpida l’ampolla del Po e correre in Tanzania!),
abituati a cedere/scambiar di tutto, pur di “comandare”,
non sono in grado, dal profondo, di comprendere
il ruolo di chi, giudice, medico, docente,  nel lavoro segue una bussola
di altra cifra: la propria coscienza, professionale e non solo.
E trattano gli altri sempre e solo da sudditi. Amici, ma sudditi.
Grazie a Berlusconi e ai suoi governi, e ai suoi alleati,
e ai suoi clienti, e al suo torbido linguaggio (invidia, odio, amore),
e ai suoi soldi, e alle sue “reti”, e all’atavico italian servaggio,
e al suo profeta estroso e, appunto, “servo libero”,
tutto in  Italia è stato trasformato in merce di scambio,
oltre tutto fuor di ogni regola, ad libitum.
Basta! Le dichiarazioni di Bossi, di Berlusconi, di Ferrara,
e di tanti altri, dovrebbero servire da testo di studio
per i giovani impegnati oggi in politica,
perché imparino a distinguere, a volte aperto, a volte oscuro, a volte latente,
l’arte della politica dal mercimonio.
O no?
Severo Laleo

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