In una sua dichiarazione, all’indomani delle dimissioni dell’assessore
Fantoni,
il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi, annunciando la nomina
di nuovi assessori,
persone dai curricula robusti, afferma:
“Onore comunque a Fantoni perché in questo paese non si dimette mai
nessuno.
Quello di Alessandro Petretto è un nome che può fugare tutti i dubbi
circa la solidità del bilancio. Usciamo da questa vicenda con due
personalità
di grande rilievo [l’altra personalità porta il nome di Givone].
Perché il vero leader è colui che sceglie i collaboratori più
bravi di lui".
Ora chiaramente Renzi riserva a sé stesso la definizione di vero
leader,
anche se, in verità, non è chiaro, leggendo semplicemente il testo,
se è presente una vena di autoironia nell’espressione;
ma pare di no, in quanto corrisponde a verità il fatto di
aver scelto,
quali collaboratori, persone “brave”, anzi, “più brave”
di lui
(è di moda oggi il
termine “bravo”: tra breve, grazie a una "riforma del merito",
si potrebbe dire, geniale, avremo “il più bravo”d’Italia anche a scuola!).
Diciamo che a Renzi gli è scappata di bocca, un po’ a tradimento,
l’autodefinizione di vero leader. E forse un po’ ci crede
anche.
Ma è già difficile in sé la definizione di “leader”,
soprattutto in Italia,
Paese dalle risorse inesauribili, che è riuscito ad
annoverare tra i “leader”,
per di più, dei “Responsabili”,
anche l’ottimo responsabile Scilipoti,
immaginiamo, quindi, quanto debba essere arduo definire il “vero
leader”.
C’è confusione nella politica italiana, anche a livello
linguistico
(livello dal quale molti guai, grazie a Berlusconi, son derivati
alla politica reale,
soprattutto in termini di limpidezza di significati e di
stravolgimento
di valori etici (http://severolaleo.blogspot.it/2011/10/attenti-chi-trucca-i-significati-delle.html),
se anche un grande Sindaco, di una
città così colta e avvertita,
qual è Firenze, scivola sulla nozione di “leader”, anzi di "vero leader".
Ma, perché tutti sappiano, di “chi” e di “cosa”
è leader
Renzi,
forse sarebbe necessaria un’altra sua dichiarazione in
proposito,
soprattutto per i giovani del nuovo millennio, così
desiderosi, sembra,
di seguire nuovi “capi”.
O no?
Severo Laleo
P.S. Il discorso tocca oggi Renzi, ma vale per molti altri "leader", Rutelli incluso.
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