C’è una novità politica, assoluta, nel
ragionamento di Bersani,
dopo l’incontro con il Presidente Napolitano. Ed è la novità,
per l’unico cambiamento oggi possibile,
del parlare,
e contemporaneamente chiedere un voto di responsabilità,
alle
persone del Parlamento, secondo la libera convinzione di
ciascuna/o.
Il parlare, e chiedere un atto di coraggio politico,
alle Persone presenti
in Parlamento, e non ai Partiti (quel che ne rimane!), sulla base di un programma
di cambiamento, a ogni parlamentare, singolarmente, inviato,
è la sola via d’uscita dalla crisi. La
crisi politica, attraverso la quale si è aggravata
la crisi sociale ed
economica, è figlia dell’accucciarsi, per egoismi personali,
danarosi e di
potere, di un’intera classe politica in perenne interessata adulazione
del
proprio “capo”. A ciascuno il suo.
Il governo del cambiamento non può nascere dal
sì dei “partiti” e/o
dei “movimenti”, generatori, in un modo o nell'altro, della
dissoluzione
della democrazia, partiti e movimenti, appunto, trasformati in
corti,
ora vocianti ora silenti, al servizio di un “capo”. Può mai nascere un governo
con il voto di
fiducia di un Razzi sempre sorridente e di un mai domo Scilipoti?
Quale valore avrebbe la parola "fiducia"!
Via, lasciamo i loro voti esclusivamente nella disponibilità
del loro capo.
Bersani, unico segretario di partito
legittimato da un ampio voto democratico,
è il solo ad avere la forza di
rompere gli antichi schemi, e proporre una nuova
soluzione per un Governo delle
Persone.
Altre uscite dalla crisi sono o il
ripristino della prepotenza
dei partiti/movimenti padronali attraverso
un governo istituzionale
o del presidente (costretti a trovare un
accordo per non cambiare),
o la perpetuazione dell’errore di inseguire
qualche nuovo (giovane?) fantomatico
leader, attraente risolutore sì, ma solo scompattando/ricompattando le forze
in campo, per la rinuncia definitiva al cambiamento, o a un suo contenimento.
Parlare alle Persone è correre il rischio del trasformismo? Senza dubbio,
ma se i
partiti sono padronali, il trasformismo diventa fattore nobile di
libertà.
O no?
Severo Laleo
Nessun commento:
Posta un commento