sabato 16 novembre 2013

Cancellieri e la Costituzione arrangiata


                                                                           
Ora tutti chiedono le dimissioni della Ministra della Giustizia 
(per l'appunto). Perché hanno saputo di altre telefonate. Imbarazzanti.
Eppure non c'era bisogno di ascoltare altre telefonate, né c'era bisogno  
di tirare in ballo la liquidazione milionaria del figliolo. Questi sono 
accidenti secondari, anche se sostanziosi, di una causa primaria, 
di una mentalità, cioè, antica, pre-politica, o, quanto meno, di un visione 
soggettiva, arrangiata, della Costituzione. Ed ecco perché.
Per chiedere le dimissioni di Cancellieri (della Cancellieri 
mi suggerisce di scrivere il mio amico Scapece: ma no, dai, è da superare 
l’uso dell’articolo solo per le donne!), per chiedere, ripeto, le dimissioni 
di Cancellieri è sufficiente, anche a prescindere  da quel gravissimo 
suo esprimere la “sua” solidarietà amicale contro l’operato della (sua)
Magistratura, soppesare la sua risposta di giustificazione per l’ intervento 
di umanità nei confronti della signora Ligresti.
Cancellieri  giustificò il suo intervento con queste parole:
"Sono intervenuta come ho sempre fatto, ogni volta che mi 
è stato chiesto". Eh, no, signora Ministra, non funziona così tra i leali 
e corretti e solerti funzionari dello Stato, sommamente se Ministri.
Un vecchio insegnante di Scuola Media, per illustrare a più giovani docenti 
il senso di un comportamento leale, corretto e solerte, a prova 
di Costituzione, da parte di un funzionario dello Stato, era solito portare 
questo esempio.
A scuola, si sa,  ci sono alunni e alunne che non sempre raggiungono 
risultati eccellenti. E a volte solo per sopraggiunte situazioni difficili 
in famiglia. Federico, ad esempio,  il figlio del Presidente XY,  non studia più 
da quando la mamma si è gravemente ammalata, appare triste e spento, 
e non ha più motivazione a seguire le lezioni. L’altro giorno il Presidente 
è andato dal Professore di Lettere per chiedere, a ragione, un’attenzione 
continua e discreta, insomma, un occhio di riguardo, per suo figlio, 
soprattutto in considerazione delle sue condizioni di fragilità. 
Il Prof  l’ha ascoltato, con garbo, consapevole del suo dovere professionale. 
E decide di conseguenza. Ma s’accorge anche, il Prof, che nella stessa classe 
Rosanna, la figlia dell’infermiera XY, da un po’ di tempo non studia più 
come prima, anzi appare indifferente a tutto e, peggio, comincia a odiare 
la scuola. Il Prof sa anche che la madre di Rosanna, l’infermiera,  non avrà 
mai il tempo per andare a chiedergli un occhio di riguardo per la sua figlia; 
così, quando, informandosi, viene a sapere della disastrosa situazione 
familiare di Rosanna, decide di conseguenza. Come per Federico, da buon 
funzionario dello Stato, perché un funzionario corretto e solerte e leale 
non si muove solo su richiesta, ma seguendo un principio di imparzialità 
del suo ufficio/amministrazione, la scuola, nel rispetto dell’art. 97 
della Costituzione: “I pubblici uffici sono organizzati secondo 
disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento 
e l'imparzialità dell'amministrazione”. Non sono, quindi, necessarie 
richieste per esercitare l’imparzialità (e l’umanità).
Forse la ministra Cancellieri, non avendo genuinamente interiorizzato
il principio costituzionale, e muovendosi solo e sempre su richiesta,
non appare  all’altezza del suo compito.
Eppure, in parte, potrà sempre riparare con un  “ravvedimento operoso”:
le dimissioni volontarie.
O no?

Severo Laleo

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