Questa volta, il mio amico Scapece, napoletano, mi ha sorpreso,
lui sempre così disponibile e tranquillo. Chiacchierando
con lui
al telefono del più e del meno, è capitato
che mi sono lamentato
della rivolta dei “forconi”, delle loro violenze sparse
per l’Italia,
della vicinanza di questi strani manifestanti con l’estrema
destra,
insomma di questo clima di ribellismo di fascista memoria.
Sì, ho detto proprio fascista. Perché no?
Ma Scapece
mi ha subito interrotto, e non per consolarmi
con un “vabbuò”, ma per marcare, con
un improvviso
e determinato ”fanno bbuono”, il suo
dissenso.
Se anche il mio carissimo amico si schiera,
almeno a parole,
con i “forconi” (meglio, “Movimento
9 Dicembre”) qualcosa
non
torna e forse il fenomeno è da capire meglio.
Allora
cerchi di leggere nei volti delle persone e trovi artigiani, agricoltori,
piccoli
imprenditori, commercianti, debitori di banche, disoccupati
e precari, tutte persone
vittime di questa crisi persistente e senza via
d’uscita. Persone arrabbiate e
senza punti di
riferimento nella Politica,
perché tutta la politica, la nostra politica è senza più
partiti, è ridotta
a scontri personali tra vocianti leader. Sempre in vista di
elezioni. E basta!
Però
con il mio amico ho insistito: “Hai visto i loro capi?
Li hai sentiti
parlare? Ti sembrano affidabili? Hanno tirato fuori
anche i “banchieri
ebrei”? So’ matti, dai!”
E Scapece non ha risposto, e ho visto per
telefono le sue spalle alzarsi.
Ha ragione. La rabbia nasce da condizioni di
sofferenza reale.
Sarà bene tenere gli occhi aperti e una mano pronta.
A
sinistra. Anche perché, da Bari, il Movimento
lancia le “Assemblee Sovrane”
per
“una
più ampia partecipazione diretta dei cittadini a tutte
le decisioni che
influenzano la nostra vita….
È
assolutamente necessario riappropriarci della sovranità
che
la Costituzione della Repubblica attribuisce direttamente
ed
esclusivamente al popolo italiano e non ai ristretti circoli
dei
partiti o peggio ai loro segretari e proprietari".
Sovranità, partecipazione diretta, Costituzione … il fascismo è lontano,
ma il rifiuto dei partiti e dei loro segretari e proprietari, se è condivisibile,
nell’immediato, soprattutto per le responsabilità di una classe dirigente
inaffidabile e individualista, non può comunque essere a
lungo tollerato.
Forse
è arrivato il momento per l’area ampia della sinistra
di aprire
porte e finestre e buttarsi per strada tra le persone
e
fare politica. Anche per costruire la nuova democrazia conviviale.
O
no?
Severo
Laleo
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