L’appello
dei Cento, sulle pagine del Corriere, tra imprenditori
e altri “semplici italiani”, non è tanto importante
in sé e per sé,
almeno dopo il 41%, vale a dire, non è tanto importante
per il suo sostegno a “Matteo Renzi”, alla sua
persona espressamente
(il titolo
dell’appello è chiarissimo: “Noi
sosteniamo Matteo Renzi”
e pare
voglian dire “Renzi e basta!” ), quanto per
la qualità
del discorso
politico a base dell’appello/sostegno.
Si legga
insieme: “Matteo Renzi” è da sostenere
perché
ha “creato”
un governo “con la decisione e il cipiglio
di una
volontà giovanile che non cerca sconti né per sé
né per le
scelte da affrontare”.
E questa sua
“decisione” e questo suo “cipiglio” meritano
“l’appoggio
dei cittadini che si identificano con la sua volontà
di non
mollare, di battersi e di cercare un futuro per l’Italia
e per i suoi
giovani”.
Ma l’intenzione
del “piccolo gesto” pubblico dell'appello
serve anche a “rompere
il muro di silenzio (muro di silenzio?
pare un po’ un’esagerazione) che ha
avvolto il Presidente del Consiglio
dopo i duri
attacchi di questi giorni”. Proprio così.
In altre
parole
Renzi è da
sostenere perché ha “decisione e cipiglio*”
Renzi merita
appoggio perché si batte e “non molla”
Renzi “cerca”
un futuro per l’Italia
Renzi è
avvolto da un “muro di silenzio”
Indubbiamente, sul piano politico,
è un appello nuovissimo,
mai sentito prima durante tutti gli anni
di storia repubblicana.
Ed è un segno dei tempi, nel bene
e nel male.
Se non esistono altre segrete
ragioni, si può concludere:
in Italia,
grazie al “cipiglio” e alla volontà di “non mollare”,
insieme all’impegno
a “cercare” un futuro, anche un socialista
europeo, quale Renzi è, gode di un
appoggio senza condizioni
presso Cento imprenditori e “semplici cittadini”.
E’ un
successo straordinario. E si spera non intempestivo.
Perché il nostro Presidente del
Consiglio ha già twittato
il prossimo
impegno per il futuro: la semplificazione fiscale.
E poiché è
un socialista europeo, un leader forte del PSE,
è facile prevedere, sarà impegnato non
solo a dare “un giro di vite
per gli imbroglioni del
fisco”, e a inasprire i controlli,
e qui dovrà dare l'esempio, sui
paradisi fiscali, ma saprà anche
indirizzare
il suo governo a realizzare, attraverso
la leva fiscale,
finalmente la giustizia sociale, ridistribuendo,
con più
equità rispetto a oggi, la ricchezza per non lasciare
“indietro nessuno”. Anzi bisogna pure recuperare,
sia perché chi era indietro è stato, almeno finora,
respinto ancora più indietro; sia perché chi dall'Italia
si è rifugiato all'estero per non pagare le tasse nel proprio Paese
non sia elogiato fino a rappresentare un esempio.
Solo allora i
Cento, da patrioti responsabili, quando saranno
chiamati a
dare un più equo e sostanzioso contributo
fiscale per
il bene comune, e a ridurre con più giustizia
la forbice
tra chi ha e chi non ha, vestiranno l'appello
di un più concreto e tangibile consenso, oltre la persona.
Altrimenti l’appoggio
incondizionato al cipiglio di oggi
è solo un abbaglio.
O no?
Severo Laleo
*In verità il cipiglio
di Renzi non è un cipiglio all’antica, non è mai torvo,
severo o corrucciato, al contrario, è un nuovo
cipiglio, è sempre ilare
e sorridente anche quando minaccia e spiana.
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