Il prof. Scapece
insegna nel suo liceo, ormai da più anni,
da precario, abilitato, in graduatoria ad
esaurimento,
anche se su cattedra vacante, e ogni anno,
per il gioco della nomina, e per avarizia di
Stato,
perde mesi di stipendi.
Ma il prof. Scapece,
per la scuola, ha una sua passione,
e sopporta, in silenzio, ogni sopruso, confortato
dai suoi ragazzi
e dalle sue ragazze che hanno preso per lui una
cotta.
Senza equivoci, eh! E’ l’amore dell’insegnare,
quando incontra
l’amore dell’apprendere. Amori non istintivi, non naturali.
Ma costruiti con tante esperienze di vita e tante letture.
E tante strategie tra la didattica e la pedagogia.
Perché l’idea di scuola del prof. Scapece è l’idea
di “bene
comune”, da tutelare e curare, in cultura e libertà,
perché tanto è più civile e libera una società
quanto più è libera
la cultura insieme al suo insegnamento.
Perché l’idea di scuola del prof. Scapece è l’idea
che ogni studente ha diritto al suo massimo Sapere,
al di là di prove di valutazione. Consentite, queste
ultime,
nella piena autonomia della scuola, non per
dividere
e classificare le scuole, e premiare solo le “prime”
con i soldi di tutti , al contrario, consentite esclusivamente
per migliorare le dotazioni strumentali e
professionali,
perché il Sapere
di ogni studente diventi il più alto possibile.
Perché alunne e alunni sono uguali di fronte al Sapere.
E hanno uguali diritti di “promozione”.
Il prof. Scapece,
dopo aver conseguito la laurea quinquennale
con lode, ha frequentato, anche per non aver
subito trovato
un lavoro, un corso triennale di specializzazione
universitario.
Le sue competenze sono di tutto rilievo e tutte certificate.
Ma questo è solo il primo passo, per entrare nella
scuola.
Per altri due anni ha seguito i corsi della SSIS
per conquistare l’abilitazione.
Forse in nessun altro settore di lavoro nel
pubblico
e nel privato si richiedono tanti passaggi di certificata
competenza
e idoneità. E, nonostante il suo stipendio sia
scandalosamente povero,
una vergogna in Europa, pare debba anche,
e continuamente, dimostrare il suo “merito”.
Appunto il prof. Scapece, nonostante i suoi
studi, le sue attestate
competenze disciplinari e professionali, nei prossimi
anni,
per un incremento di miseria stipendiale, dovrà
essere
“interrogato”
dal suo Preside Valutatore.
E i Presidi pronti a vestire i panni di
Dispensatori di aumenti,
di Manager alla ricerca dei migliori sul mercato,
di Sollecitatori
di una qualche promozione, sono purtroppo tanti in
questo Paese
povero, tanto povero, di cultura liberale, anche
se tanti altri Presidi
non si riconosceranno nei nuovi panni del “Capo”, perché ricorderanno
di avere
vissuto la professione docente con il geloso orgoglio della difesa
della
libertà d’insegnamento.
Il prof. Scapece,
per difendere la scuola “bene comune”,
ieri
ha scioperato. E amaro e incredulo ha rimuginato:
“Non è possibile,
si è aspettato il
Governo dei socialisti del Pd per
approvare la riforma
della scuola
della destra non liberale!”.
E ha ragione, il prof. Scapece. Forse qualcosa non
funziona
nella cultura politica di questo Paese.
O no?
Severo Laleo
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