parole per una "cultura del limite" a cura di Severo Laleo ... de tous temps penseurs, sages ou philosophes, ont cherché les moyens à s'opposer à la démesure (hybris) ... les convivialistes
venerdì 4 novembre 2016
Il prof Scapece, il referendum e la priorità etico-politica
Il mio amico napoletano Antonio Scapece, il prof. Antonio Scapece,
contrario per natura e cultura al litigio senza senso,
alieno da ogni linguaggio, non dico irrispettoso, ma appena impertinente,
sempre pronto al dialogo e a una sua possibile conclusione di sintesi
con le ragioni di tutti/molti, in una parola, un vero spirito ecumenico,
in privato ha voluto chiarirmi il suo porsi nei confronti del Referendum.
Anche questa volta è riuscito a sorprendermi per chiarezza
di punto di vista. Per questo motivo, dopo aver ottenuto a fatica
il suo "vabbuò, ja", pubblico la sua dichiarazione. Eccola.
"Nel prossimo voto referendario -scrivemi Scapece- ci si potrà dividere
(in verità è stata la "politica" a decidere, a ogni costo, la strada
della "divisività" di un'intera comunità !) tra il Si e il NO
e ognuno porrà le sue ragioni. Bene! Ottimo!Eppure, per quanto mi riguarda,
a prescindere da ogni linea di divisione, da sempre, da uomo di scuola,
dominato dall'idea di educare alla libertà, ho il dovere di ritenere
che ogni tentativo, comunque vestito, di riduzione della "rappresentanza"
è insieme un passo verso la riduzione della "democrazia"
(che, al contrario, avrebbe bisogno di "estensione", e penso soprattutto
alla parità perfetta tra uomini e donne nella presenza/gestione pubblica)
e insieme, per forza di conseguenze, un passo verso la riduzione
della libertà mia e delle persone in formazione; la mia natura,
la mia conquistata educazione, l'idea/cultura di capire/porre "limiti"
per ogni tipo di "potere", la mia conoscenza, tra banchi di scuola e biblioteche,
della storia non mi consentono di cedere alcuna quota, benché minima,
della libertà mia e delle persone in formazione, a chicchessia,
per nessuna ragione, figuriamoci se semplicemente per un'esigenza
di "governabilità" (che è dovere esclusivo dei "rappresentati",
che solo per incapacità proprie cercano scorciatoie).
Il mio voto, pur consapevole del merito della riforma, discende forte
da questa priorità etico-politica e pedagogica."
Grazie Antonio Scapece, forse per i molti impegnati nella mischia
senza senso non sarai convincente, ma quanto a me, oggi più che mai,
appari molto convincente.
O no?
Severo Laleo
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