In tempi di ricerca di rapporto diretto tra “capi” e “seguaci”,
in tempi di fastidio per la fatica della negoziazione
continua,
in tempi di urla scomposte e insulti contro ogni
interlocutore,
è bene ricordare, con Guido
Calogero, che la democrazia è “colloquio”, ricerca di “un armonico contemperamento
fra intervento
proprio e cordiale attenzione per l’intervento altrui”. Perché l’agire politico non è autoaffermazione
e “volontà
di potenza”, ma volontà di comprendere l’altro
e di costruire, insieme
all’altro, nel rispetto del “senso del limite”
e della misura, uno spazio comune e condiviso.
La volontà del limite, in contrapposizione con la volontà di
potenza,
connota la concezione della civiltà ed “è a un tempo limitazione
e promozione di libertà”.
O no?
Severo Laleo
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