Non sembra, ma una relazione tra i maschi di successo e la politica esiste.
Un esempio? La rivista Maxim,
per maschi di successo, attira nel suo giro,
in Italia, una ex ministra,
donna in Parlamento e nel Pd: M.E.
Boschi.
E tenta, attraverso le foto
dell’ex ministra, a suo modo, di “conquistare”
la politica, sempre comunque
nel rispetto del ruolo di maschio occhio attento.
Infatti chi compra e paga è Maxim, appunto, l'uomo di successo (mah!),
il maschio; M.E. Boschi, nonostante il suo forte
potere di negoziazione,
è stata comunque comprata e
pagata per dare spettacolo con il suo corpo
teso in soffici messaggi, per offrire
una prestazione ad uso esclusivo
di uomini di successo (ormai ci si intende!): e questo
per una rappresentante del popolo, non già del mestiere,
forse è
grave e riprovevole.
E non per la scelta in sé, ma perché è grave e
riprovevole
che a decidere gli impegni, pur eseguiti nel rispetto di
un contratto/accordo,
di Boschi, rappresentante libera di una
forza politica,
siano sempre i maschi, oggi Maxim
(il mondo maschio di successo),
ieri altri (il mondo maschio
del potere).
I maschi di successo e di
potere sono sempre gli stessi,
decidono e chiamano.
Forse son tante le donne,
anche quando militano, in Italia,
in partiti socialisti, anche
quando hanno ruoli di primo piano,
anche quando sono impegnate in
un lavoro di “pari opportunità”,
a non resistere alla chiamata
del maschio e a quel mondo.
O no?
Severo Laleo
P.S.
Una mia amica è convinta che Boschi, ed altri come lei,
diventati
“famosi” grazie al lavoro in un partito politico,
abbiano
deciso di rimpinguare le casse del partito con il ricavato delle loro nuove
prestazioni,
proprio
in quanto remunerate direttamente in proporzione alla notorietà
conquistata
attraverso il palco/vetrina del Partito.
Secondo la
mia amica infatti una persona di sinistra non immaginerebbe
mai
di sfruttare la notorietà derivatale esclusivamente da un impegno politico,
per
un guadagno personale.
Forse
è troppo antica la mia amica. O no?
Nessun commento:
Posta un commento