Se tu volessi trovare sulla stampa italiana la notizia di un Draghi
senza pietà, duro ragionier di vaccini, perderesti solo tempo;
al contrario troveresti solo che Draghi si è dato molto da fare in Europa,
alzando financo la voce (si fa per dire!), per ottenere più vaccini
per tutti: un successone, insomma, bravo!
Ma Le Monde racconta anche un'altra storia. E il discorso qui vale
solo se la storia è vera.
Pare che il nostro Mario Draghi si sia opposto con fermezza
alla proposta di Angela Merkel e Emmamuel Macron di inviare
in Africa di 13 milioni di vaccini, il minimo per porre in sicurezza
chi opera in campo sanitario nella lotta contro il Covid.
Ma Draghi appunto, a seguir Le Monde, avrebbe detto un no deciso,
senza appello, nonostante anche altri paesi fossero disponibili
a discutere la proposta.
Draghi è persona timorata di Dio, e sicuramente conosce la "Populorum
Progressio", l'enciclica della solidarietà universale, eppure, quando si è
trovato a contare i vaccini, ha preteso che la solidarietà avesse corso
solo dopo aver garantito copertura vaccinale a tutti gli europei,
esprimendo così egoisticamente un principio ragioneristico del tipo:
daremo cibo agli affamati dopo aver saziato tutti i nostri commensali.
Non a caso la reazione più forte è arrivata dal responsabile
delle Comunicazioni Sociali presso la Santa Sede: "scelte come queste
sono una vergogna, una forma di darwinismo politico e sociale".
Il nuovo europeismo draghiano si scopre neo-sovranista:
da "prima gli italiani" a "prima gli europei". Sempre lì siamo.
O no?
Severo Laleo
P.S. Chi tra i partiti in Italia chiederà conto a Draghi di questa scelta?
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