Caro Scapece,
dimmi, sei andato a vedere la Cortellesi?
dimmi, sei andato a vedere la Cortellesi?
Ho capito, non ti va di uscire, e soprattutto
di chiuderti in una sala cinematografica in questi tempi
brutti sotto ogni aspetto. Eppure avresti tante sale a disposizione, tu!
Comunque, sappi, io l'ho visto l'altro giorno e posso parlartene.
Ovviamente, l'hai sentito anche tu, è vero, è un bel film, godibile
a vedersi. Come dire, ben costruito, con un'ambientazione
storico-sociale, a volte didascalica, che, per noi nati nel dopo
guerra, è sembrata correttamente naturale, perché ancora
presente nei nostri ricordi dell'infanzia, E purtroppo ricordiamo
uomini violenti in famiglia, magari qualche "bonommo"
tra questi, disoccupati e spesso vittime di cantine e vino,
con mogli giovanissime disperate e vive e attive con più figli
a carico, tutti intimiditi, tristi e senza giochi.
Anche la narrazione è ben costruita, sapientemente
diluita nel suo continuum, eppure semplice con una tesi:
la rappresentazione della struttura maschilista
della società di un tempo (?). E fin qui tutto normale.
Chiumque avrebbe potuto scrivere e dirigere sul set un film
del genere, ma la Cortellesi ci mette molto del suo e più
di una volta ed è quando l'emozione ti prende forte
o per un sorriso o per un groppo alla gola.
Ripeto la dinamica del film ha una sua linea di svolgimento
regolare, senza strappi, dentro un quadro di riferimento
culturale interamente dominato dal maschilismo, eppure,
al suo interno, con sofferenze, rinunce e silenzi,
avanza in un dolce crescendo la luce del domani,
ed è una luce tutta femminile, di superamento, nei fatti,
della cultura maschilista.
E così ti prende molto la scena di violenza del maschio padrone
raccontata a "sogni di danza", e così ti commuovono le semplici
e sincere parole di amicizia, senza fronzoli e retorica varia,
dell'amica del cuore, e insieme alle parole, i loro gesti e sguardi
essenziali, e così ti trascina nell'emozione profonda l'intesa
dolcissima, piena di promessse future, tra una folla di donne,
tra madre e figlia con un'invenzione di musica e smorfie e suoni
calibratissima e perfetta. E la regista si confonde con l'attrice
mentre guida una giovane attrice al gesto ben fatto. E il futuro
si apre alle spalle del marito/padre padrone. Il timbro
della Cortellesi è questo.
Certo, c'è ancora un domani, e meno male, ma la Cortellesi
Certo, c'è ancora un domani, e meno male, ma la Cortellesi
sembra aprire un cammino che non si ferma su una scalinata
di un seggio elettorale, ma guarda avanti nella prospettiva
di un cambiamento sia nell'organizzazione/distribuzione paritaria
delle responsabilità personali nel volgersi della vita nella società,
sia nell'organizzazione/distribuzione paritaria delle responsabilità
politiche nelle istituzioni del potere, e, mi piace immaginare,
con la parità assoluta in ogni sede decisionale, con il superamento
dell'uomo/donna solo/a al comando, in una parola,
con il superamento del monocratismo, esito storico della struttura
maschilista della società (la lingua batte -potresti dirmi- dove
il dente duole!) in vista del bicratismo, di una guida duale,
uomo/donna (e non è un dramma, se si utilizza il binarismo
di genere strumentalmente!). O no?
Dai, muoviti, vallo a vedere, Scapece, mi raccomando,
e fammi sapere com'è andata.
Ciao ti saluto con un abbraccio e sempre buone cose,
il tuo Severo
Ciao ti saluto con un abbraccio e sempre buone cose,
il tuo Severo
Vai scapece davvero da non perdere, e rimane in testa per un bel po'....c'è domani ma soprattutto non ci può ancora essere ieri!
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