martedì 14 novembre 2023

C'è ancora domani. E meno male! Grazie Cortellesi

 Caro Scapece, 
dimmi, sei andato a vedere la Cortellesi
Ho capito, non ti va di uscire, e soprattutto 
di chiuderti in una sala cinematografica in questi tempi 
brutti sotto ogni aspetto. Eppure avresti tante sale a disposizione, tu! 
Comunque, sappi, io l'ho visto l'altro giorno e posso parlartene. 
Ovviamente, l'hai sentito anche tu, è vero, è un bel film, godibile 
a vedersi. Come dire, ben costruito, con un'ambientazione 
storico-sociale, a volte didascalica, che, per noi nati nel dopo
guerra, è sembrata correttamente naturale, perché ancora 
presente nei nostri ricordi dell'infanzia, E purtroppo ricordiamo 
uomini violenti in famiglia, magari qualche "bonommo
tra questi, disoccupati e spesso vittime di cantine e vino, 
con mogli giovanissime disperate e vive e attive con più figli 
a carico, tutti intimiditi, tristi e senza giochi. 
Anche la narrazione è ben costruita, sapientemente 
diluita nel suo continuum, eppure semplice con una tesi: 
la rappresentazione della struttura maschilista 
della società di un tempo (?). E fin qui tutto normale. 
Chiumque avrebbe potuto scrivere e dirigere sul set un film 
del genere, ma la Cortellesi ci mette molto del suo e più 
di una volta ed è quando l'emozione ti prende forte 
o per un sorriso o per un groppo alla gola. 
Ripeto la dinamica del film ha una sua linea di svolgimento 
regolare, senza strappi, dentro un quadro di riferimento 
culturale interamente dominato dal maschilismo, eppure, 
al suo interno, con sofferenze, rinunce e silenzi, 
avanza in un dolce crescendo la luce del domani, 
ed è una luce tutta femminile, di superamento, nei fatti, 
della cultura maschilista.
E così ti prende molto la scena di violenza del maschio padrone 
raccontata a "sogni di danza", e così ti commuovono le semplici 
e sincere parole di amicizia, senza fronzoli e retorica varia, 
dell'amica del cuore, e insieme alle parole, i loro gesti e sguardi 
essenziali, e così ti trascina nell'emozione profonda l'intesa 
dolcissima, piena di promessse future, tra una folla di donne, 
tra madre e figlia con un'invenzione di musica e smorfie e suoni 
calibratissima e perfetta. E la regista si confonde con l'attrice 
mentre guida una giovane attrice al gesto ben fatto. E il futuro 
si apre alle spalle del marito/padre padrone. Il timbro 
della Cortellesi è questo.
Certo, c'è ancora un domani, e meno male, ma la Cortellesi 
sembra aprire un cammino che non si ferma su una scalinata 
di un seggio elettorale, ma guarda avanti nella prospettiva 
di un cambiamento sia nell'organizzazione/distribuzione paritaria 
delle responsabilità personali nel volgersi della vita nella società, 
sia nell'organizzazione/distribuzione paritaria delle responsabilità 
politiche nelle istituzioni del potere, e, mi piace immaginare, 
con la parità assoluta in ogni sede decisionale, con il superamento 
dell'uomo/donna solo/a al comando, in una parola, 
con il superamento del monocratismo, esito storico della struttura 
maschilista della società (la lingua batte -potresti dirmi- dove 
il dente duole!) in vista del bicratismo, di una guida duale, 
uomo/donna (e non è un dramma, se si utilizza il binarismo 
di genere strumentalmente!). O no?
Dai, muoviti, vallo a vedere, Scapece, mi raccomando, 
e fammi sapere com'è andata. 
Ciao ti saluto con un abbraccio e sempre buone cose,
il tuo Severo





1 commento:

  1. Vai scapece davvero da non perdere, e rimane in testa per un bel po'....c'è domani ma soprattutto non ci può ancora essere ieri!

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