25 Aprile.
La festa della Liberazione
(dal nazifascismo).
Nella storia il 25 Aprile rappresenta
la conclusione di uno scontro definitivo,
e sanguinosissimo,
colmo di orrori disumani, indicibili,
tra due visioni della vita/mondo.
Da una parte l'idea
di una continua conquista,
da non interrompere,
anzi da estendere, di libertà/dignità
per ogni persona,
dall'altra l'idea
di una riduzione/sottomissione violenta
della libertà delle persone
alla volontà perfetta
di un Capo Provvidenziale,
nell'unità mitologica della Nazione/Razza.
La parola importante di questa festa,
oltre il dato storico, è Liberazione.
La storia umana, con corsi e ricorsi,
è proprio questo processo continuo
di Liberazione.
La Dichiarazione Universale dei diritti
umani è il risultato ideale/reale
del processo di Liberazione.
Definita, una volta per tutte, all'art.1,
la dignità della persona umana,
sempre, comunque, dovunque,
la Liberazione dal nazifascismo
è stato il passo fondamentale
per proseguire nel processo.
Il mondo, nel rispetto della dignità
della persona, è vincolato,
almeno eticamente,
dalla Dichiarazione Universale
a liberare tutte/i da ogni povertà,
da ogni teoria/pratica di negazione
di Liberazione, da ogni sistema
istituzionale illiberale, da ogni guerra,
in quanto condizioni lesive della dignità.
La nostalgia dei tempi degli autoritarismi
è fuori della storia e contro la storia.
La parola del presente e del futuro
è una sola: Liberazione.
Severo Laleo
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