Renzi non è ipocrita.
Dice pane al pane e vino al vino. E’ ammirevole.
E non si nasconde dietro giri di parole, false e d’inganno.
E’ limpido.
Con grande coraggio, a quattrocchi, tralascia di essere il “nuovo”
e torna all’antico porto sicuro, al vecchio cerchio degli “amici
miei”.
Perché in Parlamento, comunque vada, dichiara Renzi:
“porterò un po’ di amici miei”.
E’ giusto, è naturale, è sempre stato così, perché stupirsi.
Forse perché Renzi
rappresenta il “nuovo”? Ma via, si fa per dire!
Anche Veltroni, a
suo tempo, da dominus ha portato, di
sua scelta,
“amici miei” in Parlamento, con lungimiranza, perché di essi
ancor si parla. In realtà tutti, nuovi e vecchi, sono sempre
in lotta
solo per la conquista di un “po’ di spazio”. Come al
mercato:
cercare un posto al sole è nel Dna della nostra Persona Politica.
Alla fin fine si precipita sempre nel girone dell’appartenenza,
dove muore il vincolo ideale e senza condizionamenti della democrazia.
Al tavolo del potere solo la Puppato non può far bizze per i
“suoi”
amici,
perché “amici miei” è un segno inconfondibile di malandrino
maschilismo:
Amici al bar, amici di pallone, amici per le donne.
In una democrazia moderna, libera, civile, e di genere,
non è possibile appartenere
a qualcuno, soprattutto se maschio,
se si vuole entrare in Parlamento.
Forse per una democrazia nuova, avanti nel futuro, sarà bene scegliere
candidate/i al Parlamento, da una lista di “volontarie/i meritevoli”,
tutte/i senza pendenze, e senza appartenenze, solo per sorteggio.
O no?
Severo Laleo
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