La stampa online riporta queste parole di Giorgio Napolitano:
“In questo momento storico abbiamo bisogno di alta professionalità
e non di scegliere persone e dettare gli indirizzi
attraverso un
clic...
Non capisco come si possa abbracciare questo pseudometodo
di coinvolgimento
popolare. Bisogna reagire a questa ondata
semplificatrice e in sostanza mistificatrice: non esiste politica
senza professionalità come non esiste mondo senza elìte”.
Pensiero chiarissimo. E
anche il riferimento, sempre irrispettoso,
soprattutto con quel parlare di mistificazione.
E spiega infine il perché
del suo convinto e partecipe e paterno SI
al referendum. Per Napolitano con il SI al referendum
finalmente
il sistema politico
italiano avrà più facili, e senza troppi ostacoli/orpelli,
modalità per chiamare all’opera
(di governo) persone di alta professionalità
e così il nostro piccolo mondo (sociale)
potrà riconoscere la sua elìte!
Il prof. Scapece, so con certezza, pur essendo stato con il Giorgio nel PCI,
non sarebbe d’accordo
con l’ex Presidente Napolitano.
Il prof. Scapece è convinto, sin da tempi
insospettabili,
e prima dell’irrompere del
M5S, che per le decisioni pubbliche
“uno vale uno” (essenzialmente principio della filosofia personalista:
ogni persona “vale” ed è irripetibile) e addirittura auspica,
per una democrazia senza
sospetti e tra pari,
l’introduzione del sorteggio nella scelta delle persone a
ruoli
di responsabilità politica,
perché solo il sorteggio, insieme alla parità di genere,
è strumento determinante per frenare l’ambizione
violenta della corsa
verso l’agguantare il
Potere, sempre più oggi nel mondo appannaggio
di personaggi di ben altra
“professionalità”, sempre membri di un’elìte,
ma che con un clic,
quasi certamente, non sarebbero mai passati.
Forse Giorgio
Napolitano con le sue chiarissime parole,
si fa per scherzare, dai, ha
voluto rendere omaggio a un famoso
Marchese del
cinema italiano, esprimendo con parole eleganti
(ogni mondo ha la sua elìte)
la sua continuità con il pensiero politico
del Marchese del Grillo. E tutto torna.
O no?
Severo Laleo
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