martedì 23 novembre 2021

"Libertà inutile" è un libro utilissimo

 

Caro Scapece,

scusami se sarò spiccio stasera, ma vorrei solo parlarti rapidamente 
della mia ultima lettura, ancora un libro di (storia/cultura) politica. 
Si tratta di Libertà inutile di Gianfranco Pasquino.
E questa volta vorrei anche spingerti a leggerlo. Sai, Libertà inutile
è proprio un bel libro, si legge bene, è essenziale, chiarificatore, molto, 
soprattutto per chi ha (usato) il giudizio facile, a volte pedagogicamente 
guarnito, anche se non sempre espressamente dichiarato, 
con un suo procedere argomentato e documentato, con discrezione 
però, e sempre garbato/educato anche quando sprizza gocce acri 
di ironia, senza preferenze di sorta. Ed è davvero un utilissimo 
profilo ideologico dell’Italia repubblicana” per chiunque 
voglia aspirare a essere parte, con una propria opinione 
informata, di una “società classicamente democratica”.
E, per quanto mi riguarda, tu ben sai, già sostenitore nei miei piccoli 
ambienti scolastici, dell’insegnamento dell’”Educazione Politica”, 
lo vedrei bene, insieme alla lettura di carte/dichiarazioni (Costituzione, 
Dichiarazione Universale, Carta dei diritti europei, etc.), come testo 
scolastico, d’obbligo o consigliato, nel triennio secondario, 
per tentare, naturalmente nelle mani di prof. ferrate/i e appassionate/i, 
di guidare ogni minore (si voterà a 16 anni!) all’interiorizzazione 
(critica) di regole e procedure democratiche, e al libero esercizio 
della responsabilità (etica) verso l’/le/gli altro/e/i. 
Altrimenti, per intenderci, si rischierà di mettere in mano 
“’e criature” ... il futuro della democrazia.
Ma a volte ti incita alla rabbia, quella semplice, sai, del morso delle labbra, 
quando, durante il racconto, tranquillo, coinvolgente, mentre sei sul punto 
di cogliere l’importanza di una riflessione, e vuoi capire con più sicurezza, 
ecco una nota invidiosa pronta a rimandarti al tuo posto, del tipo 
esauriente è l’analisi di…”, "sul punto si veda l’interessante esplorazione 
condotta da…”. E vabbè!
Infine, inaspettatamente, ho trovato anche un incoraggiante spunto 
a non abbandonare un tema, da me a volte accarezzato, quello del sorteggio 
nella selezione di candidature, e non solo al parlamento (che, tu sai, 
desidererei vedere composto a parità assoluta uominidonne), 
se possono essere valutate incoraggianti queste parole inserite 
in una nota:”il tema [del sorteggio] circola più o meno sotterraneamente 
ed è sicuramente meritevole della massima attenzione.” 
Hai capito? Meritevole della massima attenzione.
E, ancora, e può sembrare una minuzia, ho trovato di grande serietà 
quel non dimenticare, almeno là dove il riferimento diventa significativo
(ad es., nota 7, p. 50), l’altra metà del mondo, in un contesto 
politico/culturale dominato, a dir poco, specie se si guardano le vicende 
di non pochi leader, anche oltre l’Italia, da una mentalità e da un fare 
al maschile: “le idee camminano sulle gambe degli uomini (come affermò 
il presidente Mao Tse-tung) e delle donne…” 
E qui, come tu già immagini e sai, mi vien da chiedere: sono anche 
le istituzioni democratiche in sé, così come sono (state) concepite, 
e come hanno funzionato e funzionano, e da chi sono agite, 
con quali competenze, atteggiamenti e culture, parte integrante 
di quel processo di miglioramento/peggioramento della qualità 
della democrazia? E avrebbe un peso rilevabile/misurabile sulla qualità 
della democrazia, una riforma di quelle istituzioni, ancora oggi 
dominate in grandissima parte da uomini, nella direzione di una parità 
assoluta uominidonne? Vabbè, basta, se no continuo a parlarti 
del monocratismo e del bicratismo.
Stammi bene e sempre accuort.
Buone cose. 
Un abbraccio