Dopo aver
scelto, senza chiasso (per vergogna?), in passato, Berlusconi,
il Vaticano, non pago degli errori,
continua a scegliere.
E oggi
sceglie Monti, a chiare lettere, un po' chiassose.
E parla, ora,
di “nobiltà
della politica”,
attraverso
il serio tecnico Professore,
obliando
il suo attivo contributo, per anni, alla “miseria della politica”,
attraverso
l’allegro miliardario Imprenditore.
Nel 1994,
per paura, il sostegno della Chiesa a
Berlusconi
aveva un suo
obiettivo: fermare la
“gioiosa
macchina da guerra”
dei progressisti; nel 2013, fissa
nell'obiettivo di bloccare l’onda,
dalle primarie sollevata, dei democratici, ancora per
paura, la Chiesa
conserva il suo sostegno a Monti, per “recuperare –è altisonante l’ambizione-
il
senso più alto e nobile della politica”.
Insieme all’UDC, da sempre nobile e in ogni parte d’Italia,
insieme a Montezemolo,
di persona alto e nobile, insieme a tanti altri,
ad esempio Della
Vedova, nobilmente, già caduto in errore!
Ma Bersani
ha per fortuna una sua corazza: conosce la nobiltà… del limite
della politica e non spartisce con gli altri “italiani”
l’idea del “capo”
(anche un ambulante senegalese conosce la nazionale
fragilità:
l’italiano è sempre “capo”), e soprattutto dà l’idea, Bersani, di sapere sempre
da che parte stare, con una sua nobiltà.
E all’Osservatore
Romano, impegnato in questa campagna di recupero
della perduta nobiltà, risponde: “Una
rivalutazione della nobiltà
della politica? Per me non è una sorpresa, penso alle nostre
sindachesse della Locride. La nobiltà in politica non mi sorprende,
quando si riesce a
guardarla dal basso
ed io farò così”. Forse questo Bersani un po’ sorprende.
O no?
Severo Laleo