Scrive Seneca:
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"L’uomo forte e sapiente non deve fuggire, ma uscire dalla vita;
e soprattutto si liberi di quella passione comune a molti:
la voglia di morire (libido moriendi).
Lucilio caro, come per altre cose,
anche per la morte ci può essere un'inclinazione inconsulta
anche per la morte ci può essere un'inclinazione inconsulta
che spesso assale uomini generosi e impavidi,
spesso uomini vili e deboli:
spesso uomini vili e deboli:
gli uni disprezzano la vita, gli altri ne sono oppressi." (Ep., XXIV, 25)
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Forse il fuggir/uscir di vita è questione “sociale”,
se la persona è “protesi” d’altra persona.
O no?
Severo Laleo
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