Ha precisato Veltroni, quasi a farsi perdonare la sua eroica sorvolata
sulla civiltà giuridica dell’art.18:
“Non possiamo lasciare Mario Monti alla destra”.
A parte l’infondata superba sicurezza,
segno di mentalità padrona,
di potere attribuire Monti a questo o all’altro schieramento,
a parte la carenza di garbo nei confronti di una personalità,
liberale sì, ma per la forza dei tempi e delle circostanze,
al di sopra delle parti,
qual è il senso politico per un partito affermare: “Mario è nostro”?
Nessuno. E’ solo un marcare con un timbro un’appartenenza,
ed insieme sancire la fine del senso della politica.
O no?
Severo Laleo
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