Questo il titolo del Corriere.it di oggi 14
dicembre:
Consulta, 30esima fumata nera. Boldrini:
«L’inconcludenza
logora la dignità del Parlamento». L’inconcludenza
è vera,
la dignità è da tempo logorata, anzi è già a
stracci.
E senza alcun dubbio.
Se per trenta volte il Parlamento si riunisce in
seduta comune
e non riesce a eleggere i giudici necessari per il
plenum
della Corte Costituzionale, è da mandare a casa.
Sì, per grave danno costituzionale, si potrebbe
dire,
al corretto funzionamento della democrazia.
Scrive la sua nausea Milella nel suo Blog, in
Repubblica.it,
quasi disgustata per la generale indifferenza e,
opportunamente,
ricorda i giorni, per ogni giudice, di assenza forzata dalla
Consulta:
un giudice ormai manca da 530 giorni (sembra
incredibile),
un altro da 314, il terzo da 156.
Una prova di moderno “menefreghismo”
istituzionale, da noi endemico, “irrottamabile”, anche in questi tempi dominati
da una nuova generazione di “governo” (nel senso più ampio del termine) campione di velocità, decisionismo,
trasparenza, novità
e cambiamento.
In verità è facile predicare il cambiamento, ma se l'origine
del cambiamento continua a persistere nell'ambizione
del Potere e non in un Progetto culturale comune e condiviso,
tutto è ammuina. Con nuova, sì, delusione.
E’ una storia tipicamente italiana, perché solo da
noi
la serietà istituzionale troppo spesso cede dinanzi
alla tenace arroganza della politica. Per di più senza sanzioni.
Una storia tipicamente italiana, perché sempre più
spesso
i rappresentanti dei partiti nel Parlamento non rispondono
più ai doveri istituzionali con personale responsabilità,
ma solo alle decisioni dei “propri” Capi con libera
servitù.
Anche così la Politica, con i suoi riti e nelle
sue sedi, continua
a bloccare il processo di civilizzazione di una Società.
Chissà se la cultura di un Paese cambia anche con
il cambiare
delle modalità di scelta delle persone in ogni
sede decisionale.
Purtroppo, in questo campo, pare si legiferi
ancora seguendo,
nella sostanza e nelle apparenze, l’istinto primitivo
e prepotente
del Potere Maschile. La lotta è sempre tra Maschi
Alfa.
Nonostante tutte le possibili “attenuazioni”.
Forse la dignità delle Istituzioni e delle persone
passa solo
attraverso il libero/liberante strumento del sorteggio
e magari anche attraverso la parità assoluta nella
Corte
di uomini e donne.
O no?
Severo Laleo
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