E’ terribile. Ed è vero. Se si riflette, per un
attimo, a mo’ di esempio,
intorno alle condizioni dell’infanzia nei quartieri
degradati
delle città (oggi al centro dell’attenzione dei media - per quanto, ancora?-
è il Parco Verde di Caivano con la storia tristissima
e insopportabile della povera Fortuna) e alla platea enorme,
specie nel Sud, di giovani disoccupate/i, si tocca
con mano
la recente involuzione, a furia di risparmiare,
sociale e culturale
di grandi proporzioni: la nostra società,
individualista
e schiavizzante per tipologie e condizioni di lavoro, ha ammassato giovani
piene/i di
vita, ma senza speranza di futuro, nei call
center
a svolgere imprigionate/i il nulla con paghe di
fame,
o nell’inoccupazione, e ha abbandonato le povertà
materiali
e culturali delle periferie urbane alla solitudine
del silenzio egoista,
famiglia per famiglia, dell’arrangiarsi a tutti i costi,
privandole
delle necessarie presenze di persone di sostegno.
Si salvi chi può, gli altri si dannino.
Esiste una quantità enorme di giovani con
competenze in studi
grosso modo definibili “umanistici”
e di “cura” senza un impegno
di lavoro o costrette/i a lavorucoli nel ciclo
delle merci e dei servizi
alle merci, mentre potrebbero essere, con
investimenti ad hoc,
nel settore dell’infanzia, occupate/i nel produrre
le migliori condizioni
per una vita civile e dignitosa ad ogni bambina/o.
Il nostro Stato ogni giorno diventa sempre più,
con le sue leggi,
con i suoi “bonus”,
regalie avvilenti per definizione,
con le sue Riforme, un’amministrazione al servizio
del denaro
e degli interessi delle lobbies, incapace di dare
sostanza
con investimenti prioritari e d’obbligo alla
realizzazione
dell’art. 3 della Costituzione.
Ecco l’impegno scritto nell’art.3:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale
e sono eguali davanti
alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di
lingua,
di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali.
E’ compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico
e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono
il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva
partecipazione
di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,
economica e sociale del Paese”.
E Mattarella,
il Presidente, almeno in questo caso, burocrate chiuso
nelle carte, senza
scatti propositivi degni di avviare a soluzione,
là dove è necessario ictu oculi, la tragedia dei maltrattamenti all'infanzia,
non può
chiedere solo indagini approfondite e pene
più severe; troppo facile; deve chiedere
l’applicazione forte, integrale,
con risorse ingenti ad hoc e prioritarie, dell’art.
3 della Costituzione
di cui è garante attivo anche nella sua parte programmatica,
richiamando al proprio
dovere il Governo.
Perché la nostra Costituzione oltre ad affermare l’uguaglianza
formale
di ogni persona, chiede anche si operi concretamente
per “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando
di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini,
impediscono
il pieno sviluppo della persona”.
Il pieno
sviluppo della persona umana, non un casuale
sviluppo
lasciato alle condizioni ambientali e sociali degradate.
Liberiamo la gioventù con competenze iniziali nel
campo
delle “relazioni
di cura”, disoccupata e/o imprigionata
nel vendere ai call
center, formiamola, motiviamola,
paghiamola bene e si invadano le periferie urbane
della miseria
con una massiccia presenza di giovani, viventi
protesi di vita.
Si investa, caro Presidente Mattarella, in civiltà e convivialità.
Se un Governo non sa spendere i nostri soldi per
donare civiltà
di vita a migliaia di bambini, confonde la
Politica con il Potere.
Ma la Politica se non è con i più
deboli,
è un maledetto imbroglio.
O no?
Severo Laleo
P.S.
Nell’ “Indagine nazionale sul maltrattamento dei
bambini e degli adolescenti in Italia. 2015” si legge, in una
raccomandazione, anche di una convenienza economica nell’intervenire: “L’assenza di un Piano nazionale di
contrasto, prevenzione e cura, nonché di risorse certe su questo tema,
oltre ad influire pesantemente sulla possibilità di crescita di tanti bambini
ed adolescenti, compromette l’età adulta sia sul versante sociale che
genitoriale, incidendo pesantemente sull’incremento dei costi del sistema
sociale, sanitario e giudiziario. La mancanza di investimenti per il
contrasto, la prevenzione e la cura dei maltrattamenti su bambini ed
adolescenti aggrava l’onere per il bilancio dello Stato alimentando il circolo
vizioso che il risparmio sull’infanzia si traduce in un costo 7 volte maggiore
per le casse pubbliche, secondo la famosa equazione del premio Nobel per
l’economia James Heckman (www.heckmanequation.org). Si chiede pertanto al
Governo di assicurare risorse certe, volte alla realizzazione delle azioni per
il contrasto, la prevenzione e la cura del maltrattamento dell’infanzia, da
destinare anche ai livelli di governo regionali e comunali, al fine di
assicurare un rafforzamento dei servizi territoriali, per una corretta
prevenzione e presa in carico dei minorenni maltrattati e delle loro famiglie.
Nessun commento:
Posta un commento