Roberto D’Alimonte
e Vincenzo Emanuele, due scienziati
della Politica, visto il risultato elettorale del referendum,
scrivono un
articolomolto interessante pieno di dati
e di valutazioni. Ogni valutazione è giustificata dall’analisi
dei dati. Un articolo utile da leggere e da commentare.
Eppure un lettore sereno non immaginerebbe,
dopo aver
seguito con interesse la sequenza dei dati,
la conclusione degli autori scienziati. Eccola, per chiarezza
(da notare il passaggio lessicale,
in crescendo,
da Pd a Premier a Renzi)
la lucida conclusione dell’analisi scientifica dei dati: “In
conclusione, con il senno di poi
si può dire che questo è stato un referendum che
difficilmente
il Pd poteva vincere.
Troppi fattori hanno giocato
contro il premier. Ma resta il fatto
che 13 milioni di voti
sono tanti. E da qui può ripartire la sfida di Renzi”.
Non è possibile! Se la scienza della Politica, dopo aver
snocciolato
dati e, aver tra le righe, compreso, volenti o nolenti,
il gran disagio
delle periferie e dei disoccupati, si preoccupa, prendendo
parte malamente, di concedere un trampolino di lancio “per far ripartire la sfida di Renzi”. In verità non si tratta più di una sfida, la sfida
è stata
già consumata. Per il prof. Scapece,
semplice osservatore, ma attento lettore dei fatti, si tratta al contrario solo di puro azzardo. Forse questo tipo di scienza della Politica è davvero
un segno di questi tempi “nuovi”.
O no?
Severo Laleo
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