sabato 9 marzo 2019

Houellebecq, a Labrouste la serotonina non serve


Ué, Scapece caro, sei ancora a riposo, eh? 
Così pare, a vedere le foto su WhatsApp
Anche io, sai, almeno per qualche giorno...
poi di nuovo i nipoti. E 'sta volta meno male! 
Perchè l'ultima lettura, invece di distrarmi,
in serena distensione d'animo, mi ha, 
se escludo un po' di pagine, alquanto affaticato.
Altro che capolavoro! Serotonina di Houellebecq, per un lettore, diciamo la verità, superficiale del mio tipo, è un libro, 
per almeno due terzi, depressivo, zeppo di osservazioni/descrizioni, tra una elicoidale (si parla di luoghi, ambienti, strade, alberghi, ristoranti, bevande, cucina, farmaci, malattie, immobili d'ogni tipo, 
pesci, musica, armi, e altro ancora), ripeto, un' elicoidale guida turistica mordi e fuggi, a zig zag, un po' zibaldone, 
a volte pungente e divertita, e un lineare, ripetitivo, 
racconto al sesso, nulla di nuovo. 
(Sì, perché, a dar retta a H., "qualunque cosa si possa 
immaginare in materia di pornografia esisteva già abbondantemente nell'antichità greca o romana".) 
Un'originale presenza, abbastanza frequente, di comparse-con-parola, di complemento all'unico personaggio, è garantita, 
in questa guida sui generis, a camerieri e receptionist: la più empatica è Audry, poverina!
Il protagonista racconta anche di aver sperimentato la felicità. 
Con CamilleMa se per caso ti venisse in mente di capire 
un solo tratto di questa felicità, ti troveresti ancora una volta davanti a un motivo di sesso e basta. Un disastro. 
Un improbabile Labrouste. Accenti più rotondi si trovano 
nel racconto dell'incontro del protagonista con il suo vecchio amico, dei tempi dell'università, Aymeric, un nobile votato all'agricoltura, e spinto, complici alcol e spinelli, da un fallimento finanziario e familiare, al suicidio; sono pagine corpose, 
ne guadagna ai miei occhi anche la scrittura, 
finalmente scorrevole e coinvolgente.
Eppure, per non farsi mancare nulla, Florent-Claude scende, 
nel senso di livello, fino a un incontro ravvicinato 
con un ornitologo pedofilo, giusto per spalancare il suo animo 
a una viltà assoluta o, al minimo, a una indifferenza colpevole.
Le pagine sull'amore dal punto di vista (e di comportamenti di vita) della donna e dell'uomo generano riflessioni profonde: grazie Houellebecq (qui Florent-Claude non c'entra)! E qualcosa altro, sempre in termini di riflessione profonda, aggiungono le pagine intorno alla storia d'amore dei suoi (di Labrouste) genitori. 

Per il resto, sesso dappertutto, esplicito e implicito, reale e pensato. Una fissazione! Ora, a essere sobri, una visione così sconcertante della donna, nel 2000, non è concepibile nemmeno in un depresso alla Labrouste; è troppo chiaro, a Labrouste la serotonina 
non serve! Non so se consigliartelo.
Ma se sei a riposo, potresti lasciar perdere.
O no?
Stammi bene.

Severo

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