Nooo!
Stefania, hai visto il tabellone?
Il nostro treno viaggia con 70’
di ritardo.
Ci
tocca aspettare. E vabbè!
Si
va alla Feltrinelli, dai, un’ora di full immersion!
Tanto la
Feltrinelli non delude mai.
Hai ragione, l’ultima volta ho scoperto un godibile Murakami, ricordi?
Hai ragione, l’ultima volta ho scoperto un godibile Murakami, ricordi?
Dovresti
leggerlo anche tu, Murakami.
La
stazione non è più chiassosa come un tempo.
La
dislocazione delle persone è a macchia di leopardo,
almeno oggi, con tutti questi ritardi da controllare.
Un gruppo con valigia qua, un altro là,
almeno oggi, con tutti questi ritardi da controllare.
Un gruppo con valigia qua, un altro là,
con gli occhi
ai tabelloni continuamente
cangianti,
mentre la voce degli avvisi sembra vagare in alto per il soffitto
senza un destinatario, anche se ogni tanto pare catturare
e bloccare per un attimo nella corsa qualche ritardatario
dallo sguardo incerto. E capisci subito chi è, dal suo improvviso
frenare con la testa tesa ad ascoltare.
mentre la voce degli avvisi sembra vagare in alto per il soffitto
senza un destinatario, anche se ogni tanto pare catturare
e bloccare per un attimo nella corsa qualche ritardatario
dallo sguardo incerto. E capisci subito chi è, dal suo improvviso
frenare con la testa tesa ad ascoltare.
Non
c’è più il via vai disordinato di una volta,
ma un altro agitato
disordine sì, insieme
di movimento
e di soste da impalati in ogni punto con capo chino
e di soste da impalati in ogni punto con capo chino
a
uno smartphone, silente
ai colpi leggeri di diti a scorrimento veloce.
Per
fortuna c’è ancora chi ama il piacere del cioccolato:
anche là non una macchia, ma una vecchia fila, in calma attesa
di una gioia al palato.
anche là non una macchia, ma una vecchia fila, in calma attesa
di una gioia al palato.
Ecco,
Stefy, è pronto il nostro treno, al binario 13. Si parte.
Si
corre. Un sole potente, sia pure al tramonto, schiaccia di luce
intimidite nuvole bianche, basse
filanti, mentre la campagna
ti abbraccia con i suoi alti pini
chiassosi,
redarguiti da un filare cupo di cipressi, silenziosi e pazienti.
redarguiti da un filare cupo di cipressi, silenziosi e pazienti.
E
sorge la luna, sembra una sfacciata; si mostra libera,
non è composta. Ma le gallerie non perdonano, e la puniscono,
chiudendola alla vista. Per fortuna, sollevandosi in cielo,
guarda ora con più cognizione il mondo,
non è composta. Ma le gallerie non perdonano, e la puniscono,
chiudendola alla vista. Per fortuna, sollevandosi in cielo,
guarda ora con più cognizione il mondo,
e s'è fatta seria! Troppo.
Stefy,
vieni, si scende.
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