Oggi 3 Novembre, nel giorno di S. Martino de Porres,
un Domenicano dell’altra America, peruviano, negli Stati Uniti
le persone si presentano ai seggi per scegliere il Presidente,
ma anche, e per fortuna, le/i rappresentanti al Congresso
e in parte al Senato.
Una fortuna, perché il discorso politico almeno a livello
di Parlamento pare ancora non completamente distrutto.
Ma tra i due più alti contendenti, il discorso politico è saltato.
Un po’ tutti i giornali a larga diffusione in Italia scrivono,
proprio concentrandosi sul duello per la corsa alla Presidenza,
che nello scontro tra Trump e Biden sono in gioco due visioni
della società diametralmente opposte, due contrapposte idee
di futuro. Non c’è dubbio, è vero, si può concordare.
Ma con un’avvertenza: in questo scontro tra i due candidati,
l’un dei due, Trump, oltre a rappresentare il suo partito
e gli interessi e le idee di quegli elettori, purtroppo
reca con sé, nel suo parlare e agire, una cultura politica (si fa per dire!)
sfacciatamente fuori di ogni discorso politico.
E non c’è bisogno di portare prove a carico.
Trump lo ha stracciato il discorso politico, per una sua scelta,
da uomo forte, molto ricco, pieno di sé, Superman
e soprattutto maschio e bianco.
Ora, si sa, il discorso politico è la via della democrazia,
obbliga a un dibattito tra idee e programmi, nel rispetto di regole e valori,
ad esempio, di un linguaggio di verità, di un comportamento di lealtà,
di un metodo di trasparenza; e presuppone, ed esige, sempre una relazione
aperta, chiara, senza inganni tra chi offre la proposta politica,
i partiti e i leader, e chi deve scegliere la proposta, il popolo e le/i votanti.
Ma se un partito e un/a leader vanno oltre il discorso politico,
in pensieri, parole e atti, tocca al popolo, le/i votanti, porre un rimedio.
Con il voto. Prioritariamente a difesa delle regole e dei valori di quel discorso.
Se il popolo non è in grado di porvi rimedio, salta la democrazia.
Ma conserverà il popolo americano la sua sapienza democratica?
O avrà abdicato ai suoi doveri di altro partner fondante
della relazione di democrazia?
Questo è in gioco ora in America: la relazione di democrazia.
Se il popolo farà la sua parte la democrazia resisterà.
Altrimenti bisognerà introdurre ritocchi più stringenti
alle regole e ai valori del discorso politico. Per il futuro.
Il non rispetto dei doveri del discorso politico non riguarda
solo Trump, è un problema più diffuso. Purtroppo.
A volte tocca anche noi da vicino, e molto spesso, se ben si guarda,
è legato alla recrudescenza dell’infantilismo maschilista.
O no?
Severo Laleo
P.S. Elogio del popolo e della democrazia: Kamal Harris
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