Oggi, 23 Gennaio
2017, nel giorno di S. Emerenziana, martire,
giovane vergine lapidata, al
Teatro dell'Opera, a Firenze, è in scena il Faust
di Gounod. Protagonista
dell'opera non è il Faust, né Mefistofele;
protagonista è Margherita, una giovane “casta e pura”
insidiata
da un vecchio Faust voglioso di piaceri d'amore e da un
diavolo godereccio.
La giovane
Margherita, oggetto di voglia maschile, grazie al diavolo,
cade nella
“colpa”, viene abbandonata, e
sola, con il figlio della “colpa”,
si trova esclusa dalla società
e diventa “vergogna”, degna di maledizione,
anche per il
fratello, ucciso in duello dal suo amante “indiavolato”;
alla
fine, disperata e folle, uccide il figlio ed è condannata a morte
(un femminicidio a
più mani!), ma dinanzi alla morte non cede al “diavolo”,
e vola
in cielo. Già, in cielo!
Intanto il maschio
Faust, inseguendo le sue voglie, ha rovinato per sempre
la giovane
Margherita, intento soltanto a realizzare il suo “nobile” Ego,
del tutto incapace di rispettare la persona
Margherita nella sua dignità/libertà
di donna. Già, donna!
Ma a Washington,
donne, tante donne, tantissime donne, hanno marciato
insieme, presenti
anche gli uomini, in
qualità di semplici alleati, per tener viva
e rinvigorire una sola
idea: il rispetto della
dignità/libertà della persona umana
in ogni sua condizione, senza
esclusioni di sorta; per il sessimo, per
il razzismo
e per l'omofobia non può esserci spazio: “Sexist,
racist and anti-gay,
Donald Trump go away”. Non è consentito
ad alcun Faust, con o senza sortilegi
infernali, di
torturare/rovinare per sempre una qualche Margherita.
Già, Margherita!
Sembra esistere solo
per consentire a Faust di redimersi. Al centro è dunque
sempre il Maschio, da solo,
con tutta la sua ansia di realizzazione
in Dominio/Potenza. Questa
immagine di dominio/potenza
resiste nella storia
fino ai nostri giorni. Anche nelle istituzioni.
Trump, esaltando
nelle parole e nell'agire il senso del dominar maschile, ottiene
la vittoria e
suscita di contro spontanea un'ondata di protesta ampia e variegata.
Persino Theresa
May, prossima
a incontrare Donald Trump, dichiara,
ed è
convinta, in qualità di
Premier donna, di testimoniare con la sua presenza
“il ruolo
delle donne nel mondo”. Già, il ruolo delle
donne!
Ma se la struttura
istituzionale del Potere continua ad essere chiusa
nel monocratismo, in quel monocratismo
figlio obbligato della lotta primordiale
per il dominio tra maschi, è senza dubbio
molto riduttivo aspirare a testimoniare,
quasi casualmente, il ruolo
delle donne attraverso una
conquistata carica
di Premier, comunque ancora e sempre monocratica, cioè intrisa di
quella originaria
violenza, nonostante il cambiamento delle forme, del “duello” per
la supremazia
di un Capo. Non basta testimoniare, è tempo di “rivoluzionare”.
Forse questa grande
marcia delle donne, nel suo reclamare il rispetto
per ogni diversità, e nel contrastare
ogni forma di sessimo, apre una strada
a una organizzazione del
Potere non più da affidare
a una sola persona,
a un monocrate, uomo o donna che
sia, ma a una coppia,
a un uomo e a una donna insieme, a limitare ogni Ego.
Per i diritti di
tutte/i.
O no?
Severo Laleo