I giornali riportano oggi –sul finire
dell’anno- brani di discorsi
di scambio di saluti tra il Premier
d’Italia e il Premier d’Albania.
Entrambi i discorsi meritano spezzoni di
citazione.
A futura memoria.
Il primo, l’italiano, dichiara, anche a
nome del suo collega:
"Vogliamo
cambiare i nostri paesi e far sì che siano sempre più capaci
di
costruire l'ideale europeo … l'Albania è già in Europa: si tratta
di
allargare le porte della grande casa europea, perché è giusto e utile.
Siamo
molto felici per lo status di candidato dell'Albania, ora bisogna
correre e
far sì che i negoziati siano veloci. Abbiamo deciso di concludere
a
Tirana il semestre europeo perché c'è un pezzo di futuro dell'Europa
che
verrà e anche di Europa che c'è stata ….Quando qualcuno mette
in
discussione l'ingresso dell'Albania e di altri Paesi dei Balcani nell'Ue
sta
sbagliando tutto perché abbiamo bisogno che quest'area non sia solo
parte,
ma sia il cuore dell'Ue, di fronte alle sfide che ci attendono …
un’Europa
come casa della speranza e non solo di vincoli, un luogo
in
cui ritrovare il sogno europeo. Che l’Europa sia di casa tra i
cittadini,
non più solo luogo della burocrazia. C’è tanta voglia di un
futuro insieme”.
Nulla da aggiungere: discorso chiarissimo,
denso, informato,
da statista del cambiamento, moderno,
rapido. E tocca il cuore.
Il secondo, l’albanese, amichevole e
concreto, quasi a riempire
di contenuti l’”ideale europeo”, pronto a illustrare “un
pezzo di futuro
dell'Europa che verrà”, anzi il “suo cuore”, deciso a implementare
il “sogno
europeo” e la “voglia di futuro”,
tra il sornione e il dritto,
chiarisce e, a suo agio con l'ironia, puntualizza: "Non vorrei mettere in difficoltà
Matteo dicendo
agli imprenditori venite in Albania perché non ci sono
i sindacati o
venite in Albania perché le tasse sono al 15 per cento.
Non voglio
mettere in
difficoltà il mio amico, dicendo di venire qui
perché i sindacati ci
sono in Italia ma non in Albania".
Nulla da aggiungere: discorso chiarissimo,
denso, informato,
da statista del cambiamento, moderno, con
ritmo. E tocca i soldi.
Il primo è un socialista italiano. Gioioso.
Il secondo è un socialista albanese.
Allegro.
Insieme sono socialisti in Europa. E “scherzano” insieme. Tra "amici".
Forse un cambiamento serio verrà nell’Occidente, in Europa,
di nuovo dalla Grecia. Il 25 Gennaio.
O no?
Severo Laleo
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