Care persone della “coalizione sociale”,
oggi insieme a Roma per discutere di democrazia futura,
in nome di “la politica non è proprietà privata”,
buon lavoro!
E se è possibile partecipare senza invito a quest’opera pubblica,
vorrei buttar sui vostri tavoli rapidi appunti.
Partendo dagli errori da non ripetere.
Leaderismo (il capo)
La “coalizione
sociale” non ha bisogno di “un”
leader, di un “capo”
carismatico da
seguire; la “coalizione sociale” è un laboratorio
di politica per il Bene Comune, aperto al
contributo di tutti.
Avrà sì i suoi “portavoce”, ma due, una coppia, rigorosamente
un uomo e una donna, perché la figura del leader
monocratico
è il tremendo errore dei nostri tempi, oltre a
essere un’eredità
del maschilismo al potere; la guida di servizio
sarà di coppia, duale, bicratica.
Appunto, per la trasformazione del potere in servizio.
Leaderismo (il cerchio magico)
Non può essere affidato al leader la scelta del “cerchio magico”.
La scelta dei suoi
seguaci, dei suoi fedeli, dei suoi servi liberi.
La politica è, eticamente, un confronto tra
persone libere.
Alla pari. Sempre. E il dialogo è la fonte/forma
della legittimità.
Ogni impegno politico di guida/direzione in ambito
della coalizione
e di rappresentanza nelle sedi istituzionali sarà affidato a
persone scelte
per sorteggio da un
elenco di “volontari/e affidabili”,
approvato secondo regole chiare in sede politica.
Comunicazione
Non può essere affidata al “capo” l’immagine della “coalizione
sociale”
attraverso la sua partecipazione esclusiva a programmi Tv.
A prescindere. L’immagine della “coalizione sociale” si costruisce,
essenzialmente, nei luoghi della discussione
politica nei territori, all’aperto,
magari organizzando riunioni aperte, in
luoghi pubblici e aperti,
in contemporanea, in mille luoghi diversi in Italia, ogni
volta su un tema
dominante e di urgente definizione.
Parità di genere
Nelle istituzioni e nella “coalizione sociale” in ogni istanza
di rappresentanza e di governo la presenza di
uomini e donne
dovrà essere pari, e non per una scelta “generosa” di un “capo”,
ma per norma codificata. E’ il minimo per definire
la civiltà.
Sovranità elettorale
Per la nostra Costituzione il sovrano è il popolo.
Art. 1, la sovranità appartiene al popolo. Ma la
Costituzione
non limita la sovranità al semplice “votare” per un Governo
e basta, non obbliga a delegare la sovranità, ad
esempio,
attraverso un meccanismo elettorale ad hoc, a un
Governo,
non disegna semplicemente una sovranità elettorale,
al contrario apre e invita a una sovranità piena e
partecipata,
dando forte valenza e importanza alla rappresentatività
attiva.
Sovranità conviviale
Tocca quindi alla “coalizione sociale” costruire un’altra sovranità,
una sovranità
conviviale per persone libere in dialogo alla pari
tra loro, pronte, accogliendo il Manifesto del
Convivialismo,
a “vivere
insieme” per evitare il “massacro”, con la comune consapevolezza
dell’illegittimità sia dell’estrema
miseria sia dell’estrema ricchezza.
O no?
Severo Laleo
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