Oggi, 27 Gennaio, Giorno della Memoria, o anche
del Dolore Universale,
coincidente e con la Liberazione da parte dell'Armata
Rossa del Campo
di Concentramento di Auschwitz, e, per un bizzarro gioco della Storia,
coincidente
anche, nella memoria della Chiesa Cattolica, con la
traslazione
dei resti mortali a Costantinopoli, “tra una folla osannante”, del più accanito
predicatore cattolico antisemita,
San Giovanni Crisostomo,
quasi a ricordare un’origine lontana e comune di
un colpevole razzismo,
appunto, oggi, 27 Gennaio, l’Umanità conferma, attraverso tante
e tante
manifestazioni, la sua determinazione,
almeno si spera, nel ribadire la necessità di
un’opera
di disvelamento
totale e continuo di fronte a ogni tipo
di Violenza,
nella convinzione di evitare, per il futuro, al più gran numero
di persone, l’errore di nascondere e nascondersi
per diventare,
in complice silenzio, “volenterosi carnefici” di Qualcuno.
Ed è giusto ricordare
oggi la figura del Pastore Walter Höchstädter,
perché rifiutò
di nascondersi e scelse la parola per
denunciare
la Grande
Violenza.
La
Liberazione di Auschwitz disvela
al mondo l’orribile esito
finale di
ogni pratica di Potere basata sul non riconoscimento
della pari
dignità di ogni persona umana, senza eccezione.
In ogni dove
è minacciata la dignità della singola persona,
là il
germe della violenza prospera e può esplodere.
E spesso a
soffrire di più, in ogni lato del Mondo, è la dignità
di donna.
Ogni impegno per la pari dignità delle persone
è sempre
un impegno contro ogni forma di violenza.
In Europa,
purtroppo, preoccupati noi, non senza qualche ragione,
di difendere la nostra quieta (non sempre) condizione di vita,
ogni giorno
rischiamo, misconoscendo, con contraddittorie misure
amministrative e
legislative, il nostro livello di civiltà giuridica,
raggiunto a caro prezzo attraverso la tragicità dell’orrore, di
scivolare,
per paura e pigrizia, di nuovo nel nascondimento.
E ognuno è
invitato a chiudere la porta, di nuovo vittima
di un
infernale coprifuoco.
O no?
Severo
Laleo
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